È stata sottoscritta nel pomeriggio, a Milano, fra le rappresentanze sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e i rappresentanti di Assocalzaturifici, l’associazione confindustriale di settore, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale del settore calzaturiero. Il ccnl era scaduto il 31 dicembre 2019, avrà vigenza 1° gennaio 2020-31 dicembre 2023 e interessa circa 80 mila addetti in quasi 5.800 aziende.

L’intesa prevede un aumento sui minimi salariali di 70 euro (4°liv.), suddiviso in tre tranche: dal 1° dicembre 2021, 25 euro; dal 1° settembre 2022, 25 euro; dal 1° luglio 2023, 20 euro. Per quanto riguarda il welfare, viene confermato l’impianto contrattuale per la previdenza integrativa, Previmoda, e per la previdenza sanitaria, Sanimoda.

“Dal punto di vista sociale, il rinnovo di questo contratto nazionale di lavoro è determinante, essendo quello delle calzature il settore più colpito dalla pandemia Covid 19, poiché dimostra un forte impegno delle parti per costruire le basi della ripresa economica e di una gestione congiunta di tutela e rilancio del settore”, hanno dichiarato a margine dell’incontro Sonia Paoloni, Raffaele Salvatoni, Daniela Piras, rispettivamente segretari nazionali di Filctem, Femca, Uiltec. 

Fra gli elementi di novità presenti nel contratto ricordiamo l’aumento della banca ore individuale, elevata a 42 ore. In tema di diritti individuali viene recepita la legge Cirinnà per quanto riguarda i permessi e i congedi. Aumentata da 4 a 8 mesi l’aspettativa non retribuita, al termine del periodo di comporto, per conservare il posto di lavoro in caso di terapie salva vita.  Di rilievo, il recepimento degli accordi interconfederali sulle molestie e le violenze nei luoghi di lavoro.

Nota importante, l’inserimento di un nuovo capitolo contrattuale riguardante la competitività e il dumping salariale, al fine di arginare il fenomeno dei contratti pirata, con l’impegno delle aziende committenti ad inserire nel contratto di commessa l’obbligo dell’applicazione ai lavoratori dei ccnl sottoscritti dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul territorio nazionale.

La parola passa ora ai lavoratori, che nelle assemblee nei luoghi di lavoro voteranno l’accordo.