“La semplificazione non è sinonimo di deregolamentazione, soprattutto quando va a colpire la legalità e la qualità del lavoro. Qualità intesa anche come sicurezza, prevenzione e certezza salariale. Altro che contrasto ai morti sul lavoro, altro che rigenerazione e riqualificazione, innovazione e qualità altro che mobilità sostenibile, se il decreto semplificazioni di cui si sta discutendo in queste ore dovesse prevedere massimo ribasso generalizzato e liberalizzazione dei sub appalti, vorrà dire tornare ai peggiori anni ‘50, alla giungla nei cantieri,  all’ apertura agli illeciti, al cottimo e la risposta sarà sin dalle prossime ore mobilitazione immediata, assemblee permanenti in tutti i luoghi di lavoro, iniziative articolate fino allo sciopero generale dell’intera categoria”. Cosi dichiarano in una nota i segretari di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Vito Panzarella, Enzo Pelle e Alessandro Genovesi,

“Come sindacato – aggiungono le organizzazioni dei lavoratori – siamo sempre stati impegnati a proporre semplificazioni e miglioramenti amministrativi e tecnici, perché siamo i primi interessati a creare buona e stabile occupazione, a qualificare imprese e settore ma se il governo pensa di ridurre tutele e diritti a colpi di decreto, si assumerà la responsabilità di una rottura con i lavoratori senza precedenti”.