La rapina al rider di Napoli, le cui immagini hanno fatto il giro dei social, non è un caso isolato. Negli ultimi sei giorni sono stati rubati quattro scooter ad altrettanti lavoratori solo a Napoli, dove sono in attività 2.300 ciclofattorini. Al calar della sera le strade si svuotano, molti bar e ristoranti chiudono, e mentre il centro viene presidiato dalle forze dell’ordine, la periferia si trasforma in un far west. Le uniche presenze sono quelle dei fattorini motorizzati, in giro di notte col freddo e la pioggia per consegnare pizze e hamburger, diventati i bersagli indifesi della criminalità.

Gianni è stato aggredito e pestato selvaggiamente, a Enzo è bastato salire tre piani di scale per consegnare la cena a una famiglia, scendere e non trovare più il suo motorino, lo stesso è successo a Mario, che aveva parcheggiato per portare un panino. Un’escalation preoccupante, a cui anche il sindacato sta cercando di fare fronte attivando tutti gli strumenti della solidarietà, dalla colletta al passa parola. A Enzo, 52 anni, rider per necessità dopo aver perso il lavoro a causa della pandemia, è arrivata in soccorso la Cgil: un compagno gli ha regalato un motorino, per farlo tornare al lavoro.

 

 

“Adesso c’è paura tra i rider, lo sappiamo, ce lo raccontano, e noi cerchiamo di supportarli anche con i nostri servizi specialmente nel momento del bisogno – racconta Antonio Prisco, responsabile rider Napoli di Nidil Cgil -. Nel caso di Enzo, abbiamo contribuito a farlo tornare in attività. Ma questa non può essere la soluzione, come non lo sono le raccolte fondi che si stanno intensificando in questo periodo, da parte nostra, dei cittadini, degli operatori del food. Bisogna trovare una soluzione che sia nel solco della subordinazione, facendo in modo che la responsabilità degli strumenti di produzione, dello scooter e del telefono, sia in capo alle aziende. Bisogna applicare norme che tutelino i lavoratori, che sono in netto aumento anche per carenza di occupazione”. Sulla stessa scia la video testimonianza di Vincenzo: “Siamo soggetti a furti e rapine, e nonostante questo le aziende non si preoccupano e non provvedono a darci le tutele a cui abbiamo diritto”.

Conquiste che possono essere ottenute con il riconoscimento della subordinazione richiesto dalla Cgil e dalle sue categorie al tavolo aperto al ministero del Lavoro. Gli ultimi episodi impongono un’accelerata su questo fronte. Perdere il mezzo è un danno da cui un rider non riesce a rialzarsi facilmente. E se a Firenze e Milano i rider sono giovani e migranti, a Bologna sono universitari, a Napoli, Catania, Palermo, Bari e in parte anche a Roma quello del ciclofattorino è il lavoro principale di persone che stanno in strada per sette, otto ore al giorno per portare a casa 4 euro lordi a consegna.