“Il 2020 si è chiuso con un grande allarme sulla tenuta sociale dei nostri territori a causa della crisi pandemica, che sta mettendo a dura prova il sistema sanitario. Crisi che, ovviamente, è diventata anche di natura economica”. Inizia così l’approfondita analisi del segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, della situazione della regione, a partire appunto “dal sistema sanitario che non è stato adeguato nel tempo e che non è capace di rispondere alle richieste degli utenti”, cui si somma “una grande esposizione dei lavoratori della sanità, che in Puglia ha visto 1.000 casi di infortuni come conseguenza del Covid, sui 2 mila complessivamente denunciati”.

Per la Cgil regionale occorre “uscire dalla crisi sanitaria con un progetto e con investimenti economici che possano cambiare i paradigmi dello sviluppo”. La Puglia, insieme all’intero Mezzogiorno, può diventare “una sorta di piattaforma logistica per i Paesi del Mediterraneo”. Ma serve l’intervento deciso della Regione, cui Pino Gesmundo chiede di “utilizzare subito le risorse messe a disposizione dai fondi di coesione e dal Recovery fund” e di lavorare assieme per individuare progetti che “mettano al centro il rispetto dell’ambiente, l’innovazione tecnologica, la formazione del personale, la centralità del lavoro”.

L’analisi del segretario regionale tocca numerosi temi: dall’ex Ilva di Taranto (dove è necessario “rendere compatibili una buona produzione di acciaio con la sicurezza dei lavoratori dentro e fuori la fabbrica”) al fenomeno della xylella che “sta martoriando ormai l’intera regione”, dalla cronica carenza di infrastrutture all’annoso tema dell’acqua, dai settori della moda e dell’aerospazio alle bonifiche ambientali. In ultimo, Gesmundo ricorda l’iniziativa d’inizio settembre degli “Stati generali” (cui hanno partecipato il segretario generale Cgil Landini e ben quattro ministri), dove la Cgil Puglia ha lanciato un programma di “dieci proposte” da sottoporre agli attori istituzionali, produttivi e sociali allo scopo di “costruire collettivamente delle vie d’uscita dalla crisi, utilizzando le risorse a disposizione”.