Massiccia adesione allo sciopero della vigilanza privata e degli addetti alla sicurezza proclamato per oggi (24 dicembre) da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. I 100 mila lavoratori del settore protestano per il mancato rinnovo di un contratto scaduto da ben cinque anni e che dunque non ha avuto da quella data nessun adeguamento dal punto di vista salariale e normativa. La trattativa si era interrotta lo scorso 11 dicembre, dopo l’ennesimo tentativo delle controparti datoriali di procrastinare il più possibile in là nel tempo la firma. Tra i punti di maggior attrito, oltre a quello salariale, l’obiettivo delle aziende di flessibilizzare ulteriormente il comparto, con l'estensione ulteriore dei contratti a tempo determinato e l’introduzione del lavoro a chiamata.

“In ogni angolo d’Italia lavoratori e lavoratrici del settore hanno fatto sentire la loro voce nonostante le forti pressioni arrivate da parte di alcune Prefetture italiane, anche in spregio alle norme del settore che consentono legittimamente ai lavoratori di esprimere il loro dissenso attraverso lo sciopero”, si legge in un comunicato unitario. 

“Non ci hanno fermati - commentano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – e noi non abbiamo intenzione di allentare la presa. Lo dobbiamo a chi ha lavorato ogni giorno dall’inizio della pandemia senza tirarsi mai indietro: lavoratori che trovate davanti ai supermercati, alle banche, agli ospedali e alle strutture Covid, che presidiano la nostra sicurezza e lo fanno spesso in condizioni di estrema precarietà e senza nessun riconoscimento".

Pieno appoggio della Cgil, con un comunicato della segretaria confederale Tania Scacchetti, agli addetti in sciopero che “non si sono mai fermati in questi mesi difficili, che hanno svolto un‘attività essenziale per garantire sicurezza, e oggi sono costretti a scioperare per il diritto al contratto scaduto ormai da ben cinque anni”. Conclude Scacchetti: “In un settore già colpito da appalti al massimo ribasso e da pirateria contrattuale, le imprese revochino le loro indisponibilità e garantiscano il diritto al rinnovo contrattuale”.

Non sono state solo alcune Prefetture a fare pressione per cercare di fermare la protesta. Secondo quanto denunciato dai sindacati di categoria della Toscana, Coopservice (ditta che lavora in appalto alla vigilanza negli ospedali dell’Asl Toscana Centro) ha inviato una lettera ai propri lavoratori per invitarli “ad assicurare la prestazione lavorativa” poiché impiegati nei servizi essenziali, considerati funzionali “ai diritti costituzionalmente tutelati alla vita, alla salute, alla libertà e alla sicurezza delle persone”. Per i sindacati si tratta di un’azione “inaccettabile. Siamo di fronte a una sostanziale precettazione, così si mina il diritto allo sciopero. Siamo pronti a procedere contro l’azienda per comportamento antisindacale, nel frattempo invitiamo i lavoratori a scioperare”, dice Giuseppe Martelli di Filcams Cgil Firenze.

La protesta alla Vigilia di Natale è solo una delle azioni che intendono mettere in campo le organizzazioni dei lavoratori, pronte a sollecitare nuovamente la convocazione, attesa, e a più riprese chiesta, da parte delle ministre Nunzia Catalfo e Luciana Lamorgese, chiamate in causa insieme al premier Giuseppe Conte da una lettera in cui si manifesta tutta la gravità di una situazione giunta ormai oltre al limite. “Rinnoviamo l’appello alle ministre Catalfo e Lamorgese per un rapido e risolutivo intervento – concludono i sindacati – perché questa situazione di incertezza, sfruttamento e umiliazione che colpisce oltre 100.000 lavoratori in Italia è gravissima, oltre ad essere umanamente inaccettabile”.

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