Quasi 30 anni di lavoro dipendente, con un contratto a tempo indeterminato, poi, quando la pensione sembrava vicina, il licenziamento e la necessità di inventarsi qualcosa per sbarcare il lunario. È così che si diventa rider a 59 anni. Che se gli chiedi della pensione Giampaolo si mette a ridere: “Quale? La pensione Rosalba per fare due giorni al mare? Perché io ad altre pensioni al momento è meglio che non ci pensi, non me lo posso permettere”.

Sa essere autoironico, Giampaolo e non è cosa da poco. Lui che ogni giorno per otto, anche nove ore, corre da una parte all'altra della città a bordo del suo scooter, con qualsiasi condizione meteo, per ordini da cinque euro o poco più. La sua storia è la dimostrazione plastica di come il lavoro di rider non sia più soltanto un “lavoretto” per studenti che vogliono arrotondare, ma un mestiere per vivere. Magari con dignità.