Prendi 425 autisti, che guidano i furgoncini per portare i pacchi dai centri di meccanizzazione agli uffici cittadini. Tutti somministrati, cioè dipendenti di un’agenzia, in questo caso la Adecco, chi a tempo determinato, chi a tempo indeterminato. E aspetta che il contratto scada. A quel punto, li lasci a casa per dare lo stesso incarico a lavoratori indipendenti, i “padroncini”,  che a loro volta troveranno altri autisti free lance. Perché? Per risparmiare, naturalmente, sul salario e sui diritti. Succede in Poste italiane, società pubblica che ha deciso di riorganizzare il servizio senza dichiararlo apertamente, e senza neppure garantire la tutela della continuità occupazionale.

Contro questa che sembra una chiara strategia aziendale, gli autisti somministrati in missione alle Poste, in stato di agitazione dal 24 giugno, scioperano oggi (giovedì 10 settembre) in tutta Italia e tengono un presidio a Roma, davanti al ministero dello Sviluppo economico. “Si tratta di un processo del quale il sindacato non è stato nemmeno informato, che mira a sostituire lavoratori somministrati, professionalmente formati, tutelati dai contratti collettivi nazionali e garantiti nella parità di trattamento rispetto ai dipendenti diretti di Poste  – dichiara Giuseppe Cillis di Nidil Cgil, che insieme a Felsa Cisl e Uiltemp sta portando avanti la vertenza -. Con chi è presto detto: con altri lavoratori, gestiti da appaltatori, con meno tutele e con salari molto più contenuti abbattendo in questo modo il costo del lavoro e la qualità del servizio. Si tratta però di un servizio delicato, pacchi, corrispondenza assicurata e raccomandata, atti giudiziari, vaglia”.

 

 

Con lo sciopero del 27 luglio scorso i sindacati erano riusciti a farsi ascoltare dal Ministero, che in un verbale aveva promesso un incontro con Poste. Ad oggi però questo incontro non c’è stato. Nel frattempo i lavoratori con contratto scaduto restano a casa. A giugno i primi 17 autisti, adesso sono un centinaio. A Lamezia Terme, Mantova, Napoli, Torino, Milano, Firenze. “Chiediamo l’immediata apertura di un confronto con Poste con la presenza del Mise, a garanzia di quanto emerso dall’incontro di agosto – prosegue Cillis -. Inoltre, mantenere i contratti di somministrazione attivi, sospendendo il processo di esternalizzazione, fino a quando non ci sarà un accordo complessivo di tutela dei lavoratori. E poi la continuità occupazionale per tutti coloro che operano o hanno operato in Poste attraverso la somministrazione”. Richieste legittime, supportate dalle leggi che tutelano lavoratori e occupazione.