Il decreto del governo per determinare quali siano le attività essenziali che possono continuare l’attività nonostante l’emergenza Covid-19 tocca le diverse categorie a seconda della loro specificità e, in questo momento, il sindacato dei lavoratori edili è al lavoro per tutelare coloro che non possono lavorare nei cantieri, ma rimangono bloccati nelle baracche e per tutelare la salute di chi invece continua a lavorare e deve essere protetto dal contagio del virus. 

“Sino ad ora – dichiara il segretario nazionale della Fillea Cgil, Antonio Di Franco –, in virtù dell’accordo siglato la scorsa settimana da noi e dal governo, nei cantieri dove sussistono le condizioni sanitarie si continua a lavorare, altrimenti i lavori vengono sospesi. Alla luce dell’ultimo provvedimento, è inquadrata tra i settori produttivi essenziali, quindi non colpiti da blocco, non solamente la cantieristica di manutenzione delle reti infrastrutturali autostradale, ma anche quella della costruzione. È evidente, in linea con ciò che avevamo condiviso con le parti sociali, che si vada avanti, ma solamente con misure di sicurezza, svolgendo tutti il proprio ruolo per fare squadra insieme”.

Circa il decreto varato domenica sera il sindacato attende chiarimenti, ma è evidente che alcuni cantieri hanno difficoltà. Di Franco cita un esempio: “Ci sono quelli del Brennero e tutti quelli del Trentino, chiusi su disposizioni delle Province autonome: quei provvedimenti territoriali avevano bisogno di maggiore concertazione, perché tante maestranze trasfertiste, soprattutto per il tunnel del Brennero, con quell’ordinanza (stiamo parlando di migliaia di lavoratori provenienti dal Mezzogiorno, ndr) hanno dato il via a un vero e proprio esodo. Non è stata una scelta oculata, perché i cantieri chiudevano e intanto le regioni del Sud mettevano lo stop all’accesso per chi arrivava da fuori, parlo di Sicilia, Campania, Puglia, Calabria. Siamo preoccupati per la sorte dei lavoratori che sono rimasti lì, come dice l’ultimo decreto, per chi non può tornare nel luogo di residenza e però non è scontato continui a lavorare”. Il sindacato sta agendo di concerto con le aziende per capire come dare sostegno ai lavoratori che sono rimasti nei pressi dei cantieri e vivono nelle baracche, come anche agli edili del Terzo valico, della metropolitana di Milano e di altre opere infrastrutturali ritenute essenziali per il Paese. 

Per quanto riguarda il rischio del contagio negli alloggiamenti “dopo il protocollo siglato al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture – ci spiega Di Franco – le grandi committenze hanno provveduto alla sanificazione e a distribuire il personale in alloggi singoli. Ora stiamo definendo con tutte le parti sociali del settore le linee per vigilare sui cantieri che rimangono aperti anche dopo il provvedimento governativo. Un caso è quello di chi sta lavorando alle strutture ospedaliere, su di loro bisogna effettuare gli interventi opportuni, attraverso la committenza e i nostri comitati tecnici territoriali per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Procedendo cantiere per cantiere e rispettando i protocolli firmati e le norme disposte la situazione può essere governata”.

In questa drammatica situazione trova però spazio una buona notizia: in queste ore le parti sociali hanno siglato un’intesa per anticipare i pagamenti previsti dalla Cassa edile, ferie e anzianità professionale edile. “Sono spettanze previste per giugno e luglio – conclude Di Franco –, abbiamo ritenuto opportuno l’anticipo per dare sostegno al reddito e da domani l’intesa sarà operativa in 115 Casse edili su tutto il territorio. Un accordo davvero molto importante”.