L'Italia chiude, la banda digitale arranca, chiusi come siamo nei nostri eremi collegati con il mondo esterno quasi esclusivamente attraverso schermi. Ma la realtà non è solo questa. Ci sono decine di migliaia di nostri concittadini che, mascherina sul viso, con responsabilità, ai propri posti, affrontano il virus mettendo a repentaglio la propria salute e quella dei propri cari. Sono loro a far sì che il cuore del nostro Paese non si fermi. Ai cronisti il compito di far conoscere le loro storie, al sindacato quello di rimanere loro vicino, di fornire le informazioni necessarie, fugare l'incertezza che da settimane incombe su troppi ambiti della nostra vita.

La sospensione delle attività didattiche – ricorda Manuela Colaps, responsabile stampa della Flc, la Federazione dei lavoratori della conoscenza – è stato il primo evento cruciale a dare il senso della gravità della situazione”. Nelle ore della pubblicazione del primo decreto del presidente del Consiglio, il sito www.flcgil.it ha registrato oltre 119 mila accessi unici: un numero enorme che evidenzia la fame di informazione dei lavoratori della scuola e lo sforzo per offrire informazioni utili, tempestive e autorevoli.
Sul fronte online è encomiabile l’impegno dei docenti che in questi giorni si sono adoperati, formati e scesi in campo, per garantire le video-lezioni. Manuela Colaps spera però che la didattica a distanza sia solo una modalità temporanea: “Dobbiamo tornare alla scuola viva, istituzione che racchiude quella somma unica e preziosa di socialità collettiva e diritto fondamentale”.


 

La Fisac rappresenta i lavoratori di banche, assicurazioni ed esattorie. Ha iscritti che, per età e consuetudine ai dispositivi elettronici, conoscono la differenza e sanno utilizzare strumenti diversi come social e piattaforme web. Ed è sul sito ufficiale che l’ufficio stampa si impegna a pubblicare tutte le ultime notizie utili alla categoria.
“Nei giorni in cui eravamo impegnati a ridurre all’osso gli organici negli uffici – spiega il responsabile stampa Cristiano Hoffmann – abbiamo promosso una campagna rivolta a un pubblico più ampio per convincere quante più persone possibile a non recarsi nelle filiali. Volevamo fare la nostra parte per sensibilizzare la popolazione”.


 

Strategia strettamente connaturata all’azione sindacale è anche quella del Silp, il sindacato dei lavoratori di polizia. Massima diffusione delle comunicazioni emanate dal ministero dell’Interno. Massima disponibilità – h24 – di tutto il personale. Oltre a questa impostazione verticale ce n’è una orizzontale che riguarda l’attenzione dei presìdi regionali e provinciali verso i problemi che i poliziotti stanno vivendo. Massimo Montebove, responsabile stampa del Silp, sottolinea come durante questa emergenza le forze dell’ordine stiano contando le proprie vittime: “La nostra battaglia è stata fin dall’inizio per la diffusione e l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale perché non ne avevamo. Il ministero anche su nostro sollecito si è mosso e ha cercato di adoperarsi in tal senso. Quel che c’è, però, non è ancora sufficiente, bisogna fare di più”.


Durante lo scorso fine settimana, la Flai ha lanciato una campagna per essere più vicina ai lavoratori: si tratta di slogan volti a informare sugli aspetti della salute e sicurezza da rispettare in questi lunga emergenza. “In relazione al protocollo con governo e parti sociali – racconta Alessandra Valentini – stiamo pubblicando i verbali di accordo che si stanno siglando nelle aziende di tutta Italia”. I lavoratori dell’agroindustria, pur coscienti di non essere medici, infermieri o ferrovieri, sanno di dover garantire il proprio impegno per far sì che il cibo continui ad arrivare alla grande distribuzione e quindi sulle tavole degli italiani. Quei lavoratori si stanno battendo per ottenere i necessari dispositivi di sicurezza, e gli accordi pubblicati sui social vanno in questa direzione.


 

Tra i lavoratori che fino ad oggi non han potuto fermarsi ci sono anche quelli delle grandi industrie chimico-plastiche, del tessile e gli addetti delle utility. Nicola Lazzerotti, responsabile stampa della Filctem, cita storie di coraggio, responsabilità, abnegazione, anche se in questa fase, sui social, la categoria ha proposto numerosi aggiornamenti sulle disposizioni di legge che riguardano il settore. Abbiamo rilanciato il filo diretto con la stampa e i lavoratori, oltre a far nostri i messaggi di Maurizio Landini che invitano la popolazione a rimanere a casa”.


 

Comunicazione di servizio. Che racconti storie e dia informazioni rispetto ai decreti del governo, per spiegarli, raccontarli, in particolare sulle parti che possono riguardare più da vicino i pensionati e gli anziani. È la linea dello Spi, tracciata da Lorenzo Rossi Doria, responsabile comunicazione dei pensionati della Cgil. “Cerchiamo di dare visibilità alle iniziative spontanee (e organizzate) che si stanno tenendo in tutta Italia, nei condomini e nei quartieri, in cui i giovani si mettono a disposizione degli anziani: fanno la spesa, comprano le medicine per lasciarle sulla porta. Sono un esercito di persone che si stanno mettendo a disposizione, sopperendo a mancanze che da parte delle istituzioni si acutizzano giorno per giorno. Una rete informale che sta facendo grandi cose e che stiamo provando a raccontare, contando anche su un effetto emulazione”.
Nelle scorse settimane la trasmissione di Diego Bianchi, Propaganda Live, ha inserito nella propria ‘Social Top 10’ un post dello Spi Cgil contro la retorica nei confronti degli anziani. Racconta Rossi Doria: “Erano in troppi a ripetere una frase che doveva servire a tranquillizzare la popolazione: ‘muoiono solo i vecchi’. L’ha utilizzata anche il presidente brasiliano Bolsonaro. E ci siamo arrabbiati perché si tratta di un modo per togliere valore alla vita delle persone”.
Tra gli obiettivi che stiamo perseguendo, conclude Rossi Doria, una mappa degli anziani rimasti sprovvisti di assistenza: “Si parla di quelli che muoiono, molto meno dei molti che non hanno contratto il virus ma rimangono chiusi dentro casa e senza nessuno”.


 

Ci riporta a una socialità reale, all’interno della sfera quotidiana dei lavoratori, il racconto di Barbara Cannata, responsabile stampa della Fillea, la federazione degli edili della Cgil. “Al di là della comunicazione sui social come viene comunemente intesa, per una realtà come la nostra, lo strumento principale rimane la diffusione dell’informazione attraverso i compagni sui territori. Una rete di prossimità che passa attraverso le chat, i gruppi WhatsApp o la fotocamera del cellulare utilizzata al volo per inviare l’immagine del dispositivo di legge sulla sicurezza non appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale”.
“Da qualche giorno – prosegue Cannata – abbiamo ripristinato su Facebook una rassegna stampa di servizio. Alcuni articoli per comprendere la situazione del mondo delle costruzioni. Da quel canale riceviamo numerosi messaggi da parte degli iscritti: sono messaggi preoccupati sulle modalità per accedere agli ammortizzatori sociali o sull’utilizzo dei dispositivi di sicurezza. Il nostro compito è quello di rispondere direttamente quando possibile, oppure di passare i quesiti alle strutture territoriali per chiedere loro di stabilire un contatto diretto con questi lavoratori”.
In un momento in cui si contava su una ripartenza per il settore, con numerose opere che stavano per sbloccarsi, anche gli edili devono fare i conti con il rischio del virus. Laddove i cantieri sono chiusi, e ora più che mai con la chiusura generalizzata, è fondamentale mantenere il contatto, per questo i nostri stanno diffondendo sui social e attraverso il passa parola i propri numeri di cellulare, attivi tutto il giorno per rispondere ai quesiti dei lavoratori. Ora più che mai, nessuno deve essere lasciato solo”.