“Il fenomeno di queste aggressioni è monitorato da tempo, ma sembra entrato nelle agende di quest’ultimo periodo a causa del rilievo mediatico che, spero, non funzioni da moltiplicatore dei fatti, con un pericoloso effetto di emulazione”. A dirlo è Eugenio Stanziale, segretario generale della Filt Cgil di Roma e Lazio, commentando in un’intervista al quotidiano Il Tempo gli ultimi episodi di aggressioni ai danni di autisti Atac e Roma Tpl: “I soggetti attori della vicenda devono decidere di sedersi al tavolo per trovare soluzioni serie. Non servono poi i comunicati e i tweet fuffa, devono seguire azioni concrete”.

Per Stanziale nel breve periodo sono necessari due interventi. Il primo è la “possibilità di collegare direttamente le cabine con la Centrale operativa delle forze dell’ordine. Quel che occorre è che, quando serve, Carabinieri e Polizia arrivino in fretta per fermare le aggressioni”. Il secondo intervento riguarda la “possibilità di attribuire ai conducenti e ai controllori la qualifica di pubblico ufficiale, o qualcosa di simile. In questo modo un'aggressione a un autista diventa come un'aggressione a un carabiniere. Le conseguenze diventano molto più pesanti e, magari, si riesce ad arrestare questa deriva”.

Il segretario generale della Filt Cgil di Roma e Lazio spiega queste aggressioni con “il disagio sociale diffuso, che è il substrato sul quale poi si innestano altri meccanismi. L'autista è visto come il rappresentante dell’azienda o della pubblica amministrazione, divenendo l'oggetto per problemi che non dipendono da lui. Un ritardo o la rottura di un mezzo sono episodi che possono capitare, ma che, quando avvengono, finiscono per scatenare in qualche persona più disagiata una rabbia che si sfoga sul personale a bordo vettura”.