“Ieri (venerdì 8 settembre, ndr) il ministero dell'Università e Ricerca avrebbe dovuto pubblicare le graduatorie di accesso alle scuole di specializzazione. Gli oltre 14.000 aspiranti specialisti e specialiste avrebbero dovuto conoscere il loro futuro e invece nulla. La decisione del MUR, di soli tre giorni fa, di far slittare al 26 settembre la pubblicazione delle graduatorie è l'ennesima dimostrazione di una totale incapacità di gestione, di un ritardo costante e del totale disinteresse per le necessità di chi sarà chiamato a tutelare il diritto alla salute di tutti. Valle la pena di ricordare che quest'anno i test di medicina si sono svolti senza che candidate e candidati conoscessero il numero di posti per ciascuna sede”. Lo dichiarano Federico Amalfa (Udu) e Andrea Filippi (Fp-Cgil).

"Questo rinvio è incomprensibile e dannoso. Non essendo stato prorogato il termine per l'inizio dell'attività dei percorsi di specialità, candidate e candidati si troveranno a dover scegliere per il proprio futuro, trasferirsi e quindi trovare casa, nell'arco di pochissimi giorni. Nel pieno di una crisi abitativa, senza che per gli aspiranti medici specialisti siano previste misure di supporto. Questa scelta è in palese accordo con l'atteggiamento che la politica riserva ormai da anni a specializzande e specializzandi, senza mai porsi veramente il tema di rispondere alle problematiche che questi evidenziano da anni. Non si è mai avviato un vero ragionamento sulla distribuzione dei posti fra le specialità nè si è riflettuto sui risvolti che, ad esempio, l'inserimento di specializzande e specializzandi e in una rete formativa fra più strutture collocate in città diverse può avere su un giovane medico in formazione che si trova a diversi spostare da un luogo all'altro anche per brevi periodi con tutto ciò che ne comporta".

"Questa situazione - concludono - è lo specchio di una totale disorganizzazione da parte di un governo che ha poco oltre gli slogan. Il totale disinteresse non è più accettabile, è l'ora di occuparsi di specializzande e specializzandi, senza rimandare ancora".