La Rete italiana pace disarmo annuncia una forte mobilitazione per impedire che le vendite di armi tornino ad essere circondate da una pericolosa opacità. La decisione segue quello che viene definito un “grave passaggio nell’iter in Senato del ddl di modifica della Legge 185/90 sulle esportazioni di armamenti”.

I fatti

La Rete spiega in un comunicato che la commissione Affari esteri e Difesa di Palazzo Madama ha approvato, nella seduta di martedì 16 gennaio, tre emendamenti che “inficiano gravemente la trasparenza della Relazione annuale al Parlamento sulle esportazioni dall’Italia di materiali militari” Le modifiche si innestano su un testo che presenta già aspetti problematici, come sottolineato in audizione da Rete Pace Disarmo, perché “modifica i meccanismi di rilascio delle autorizzazioni affidando il cuore delle decisioni all’ambito politico senza un adeguato passaggio tecnico che garantisca il rispetto dei criteri della legge italiana e delle norme internazionali sulla materia”.

“Particolarmente negativo – commenta Giorgio Beretta dell’Osservatorio Opal – è l’emendamento proposto dalla relatrice volto ad eliminare ogni informazione riguardo agli Istituti di credito operativi nel settore dell’import/export di armamenti. I correntisti non sapranno più dalla Relazione quali sono le banche, nazionali ed estere, che traggono profitti dal commercio di armi verso l’estero, in particolare verso Paesi autoritari o coinvolti in conflitti armati”.Con queste gravi decisioni prese in seno alla Commissione viene confermato il timore già espresso a più riprese da Rete pace disarmo di un’applicazione meno rigorosa dei principi e dei criteri della Legge.

Le conseguenze

Se gli emendamenti saranno approvati in via definitiva, le informazioni precise e dettagliate sulle esportazioni dei materiali militari autorizzate e svolte dalle aziende, oggi presenti nella suddetta Relazione, saranno sottratte al controllo di Parlamento, società civile e opinione pubblica. Ci sono poi le questioni di metodo: “la formulazione definitiva (e in un caso il testo completo) poi approvata dei tre emendamenti è infatti stata presentata all’attenzione dei Senatori solo al momento della seduta – si legge nel comunicato -. Non dando quindi la possibilità di un dibattito compiuto e privando la società civile delle conoscenza reale di quanto si stava discutendo, essendo i testi finali diversi dalla serie di emendamenti pubblicati in precedenza”.

Sono stati invece bocciati praticamente tutti gli emendamenti proposti dalle minoranze, nonché alcuni importanti emendamenti che andavano nella direzione di un miglioramento di controlli, meccanismi decisionali e trasparenza sull’export di armi. Molti di tali emendamenti riprendevano le proposte e le indicazioni di Rete pace disarmo: “Spiace constatare che questa apertura al confronto sul merito, basata su dati ed elementi oggettivi, sia stata completamente ignorata e rigettata da parte della maggioranza di Governo”.

L’azione della Rete

“Nonostante nostre ripetute e circostanziate richieste non si fa nemmeno riferimento ai criteri  del Trattato internazionale sul commercio di armi che l’Italia ha ratificato con voto unanime del Parlamento nel 2013. Assenza grave, che la Rete pace disarmo andrà sicuramente a contestare impugnando il testo di Legge” in caso di approvazione, evidenzia Francesco Vignarca, coordinatore campagne della Rete. Si sottolinea inoltre come il governo stia dando segno di rispondere alle richieste dell’industria militare e degli Istituti di ricerca ad essa vicini: “Un puro e semplice ‘regalo’ agli interessi armati, in direzione contraria ai principi delle norme nazionali ed internazionali”.

Per comprendere la mobilitazione in atto è poi necessario sapere come sistemi d’arma italiani sono stati e sono tuttora inviati in decine di situazioni di conflitto, di violazione diritti umani, di presenza di regimi autoritari come invece sarebbe e espressamente vietato dalle norme in vigore, e che riducendo ulteriormente l’attenzione nell’applicazione dei criteri di rilascio delle licenze e la capacità di controllo del Parlamento e della società civile tali situazioni problematiche non potranno che peggiorare. Riportando così l’Italia ad uno stato di opacità e debole regolazione della vendita di armi cui era stato posto un freno con l’approvazione dell’innovativa Legge 185 nel 1990.

“Come eredi della grande mobilitazione della società civile che aveva portato all’approvazione di questa norma non permetteremo che i profitti di sistemi d’arma che alimentano guerre e militarizzazione vengano considerati più importanti del rispetto dei diritti umani, della vita delle popolazioni e degli sforzi di costruzione della Pace“, è il commento finale di Rete pace disarmo a seguito del passaggio in Commissione al Senato.