Puntata n. 12/2024Continua senza sosta la campagna di raccolta firme per i quattro quesiti referendari sul lavoro presentati dalla Cgil 

Domani tutti a Napoli, sulla Via Maestra

Domani a Napoli una nuova manifestazione nazionale promossa da Cgil e oltre cento associazioni, a sette mesi dalla mobilitazione di ottobre. Per un cambiamento nel segno della Costituzione, una società giusta fondata sul lavoro dignitoso e sulla solidarietà, un Paese dove la salute è un diritto di tutti, così come quello all’istruzione e a un ambiente sano e sicuro, un Paese che ripudia la guerra e costruisce la pace. Appuntamento alle 13.30 in piazza Mancini (il corteo approderà in piazza Dante) per far sentire la voce di chi vuole difendere la nostra Carta, contrastare i rischi di manomissione, chiederne la piena applicazione. Ci vediamo in piazza!

Quattro firme, un obiettivo: cambiare il lavoro

La Cgil ci prova con i referendum ma c’è chi preferisce morire precario. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani

Ma quanto fanno incazzare questi referendum? Vecchi, conservatori, parassiti, venduti, sciacalli. Il vocabolario edulcorato dei detrattori dei quattro referendum promossi dalla Cgil è una carrellata di insulti e luoghi comuni vomitati con la solita bava alla bocca. Sui social, sui giornali, in parlamento: non fa differenza. Quando qualcuno prova non solo a dire, ma anche a fare qualcosa di sinistra in questo Paese, ecco le truppe slinguazzate a ricoprirti di melma. Spernacchiati dai soliti soloni brizzolati della politica che dopo aver praticato tutto il kamasutra costituzionale ora puntano Bruxelles con la faccia come il cubo di Rubik a incastrare le caselle del loro mondo al contrario. E noi illusi di poter sconfiggere la precarietà, di sognare un’occupazione più stabile e dignitosa, di lavorare senza rischiare di lasciarci le penne. Vecchi, conservatori, parassiti, venduti, sciacalli. Macché, orgogliosamente rivoluzionari.

Un lavoro non basta più

Drammatica, nella sua semplicità, la sintesi di un convegno organizzato dalla Cgil e della Via Maestra ad Ancona. Non basta più neanche lavorare per tenersi lontani dalla povertà. Succede nelle Marche più che altrove, ma ormai succede a tantissimi lavoratori italiani. Ce lo ha detto l’Istat pochi giorni fa, ce lo ricordano i dati presentati durante la giornata di Ancona: l’inflazione si è mangiata i redditi delle famiglie. Un dato, in particolare, ci racconta il piano inclinato sul quale da anni ormai scivola il nostro Paese senza che la politica sia riuscita o abbia voluto trovare un freno, un paracadute: rispetto al 2007 la contrazione dei redditi è del 10,8%. E di contrazione in contrazione siamo all’oggi, dove il 37,9% dei cittadini marchigiani – ma è condizione diffusa ormai lungo lo Stivale - dichiara un reddito inferiore ai 15mila euro annui.

Premio Jerry Masslo della Flai Cgil. Per continuare a lottare

Pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di civiltà, un’accoglienza che mi permettesse di vivere in pace e di coltivare il sogno di un domani senza barriere né pregiudizi. Invece sono deluso. Avere la pelle nera in questo paese è un limite alla convivenza civile. Il razzismo c’è anche qui: è fatto di prepotenze, di soprusi, di violenze quotidiane con chi non chiede altro che solidarietà e rispetto. Noi del terzo mondo stiamo contribuendo allo sviluppo del vostro paese, ma sembra che ciò non abbia alcun peso. Prima o poi qualcuno di noi verrà ammazzato ed allora ci si accorgerà che esistiamo”. Jerry Essan Masslo venne ucciso nelle campagne di Villa Literno il 25 agosto 1989 da quattro giovani che volevano rapinare i braccianti africani della loro paga. Sull’onda dell’indignazione per l’omicidio del rifugiato sudafricano di 29 anni, due mesi più tardi, il 7 ottobre, si tenne a Roma la prima manifestazione nazionale contro il razzismo, organizzata da oltre 85 associazioni, che vide la partecipazione di 200.000 persone. La Flai Cgil ne ricorda e ne celebra la figura con la VI edizione del “Premio Jerry Masslo”, che si svolgerà il 29, 30, 31 maggio prossimi ed è rivolto a scuole di ogni ordine e grado, a studenti universitari, laureandi e laureati, a scrittori, fotografi, blogger, video-documentaristi. Per continuare a lottare.

Piazza della Loggia 50 anni dopo. Per non dimenticare

Il 28 maggio 1974, alle dieci del mattino, in piazza della Loggia a Brescia era prevista una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista con la presenza del sindacalista della Cisl Franco Castrezzati, dell'Onorevole Adelio Terraroli del PCI e del segretario della Camera del Lavoro di Brescia Franco Torri. Centinaia di persone erano scese in piazza a manifestare. Alle 10:12 una bomba contenente almeno un chilogrammo di esplosivo, nascosta in un cestino dei rifiuti, esplose, colpendo moltissime persone: tre di queste morirono sul colpo, altre tre durante il trasporto al nosocomio e due feriti morirono in seguito ad ore di agonia per via delle gravi ferite riportate. Altre centodue persone rimasero ferite. Una persona morirà in seguito alle ferite molto tempo dopo, portando a 9 il numero totale dei decessi. Fu un attentato terroristico di matrice neofascista con collaborazioni da parte di membri dello Stato italiano dell'epoca, servizi segreti ed altre organizzazioni. Tante le iniziative della Cgil in città per non dimenticare.

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