Il rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie del 2018, pubblicato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, consegna, per quanto riguarda il Lazio, una conferma: il lavoro precario è la regola e il perimetro dei contratti a tempo indeterminato si restringe. Così, in una nota, Antonella Monchieri, segretaria della Cgil di Roma e del Lazio.

"Nel 2018 - continua - il saldo tra i contratti a tempo indeterminato attivati e quelli cessati è un drammatico -32.385, confermando la tendenza a ridurre i posti di lavoro stabile. Ancor più preoccupante è la durata dei contratti a tempo determinato: il 56,6% del totale dei contratti attivati nel 2018, pari a 876.122, ha una durata massima di 30 giorni. Di questi il 36,6% (566.537) hanno la durata di un solo giorno".

"Siamo in presenza dunque di una condizione estesa di precariato la cui caratteristica è la brevissima durata - spiega ancora Monchieri -. Si tratta di persone che difficilmente raggiungeranno il requisito minimo per avere diritto a un ammortizzatore sociale, con il rischio che il pur minimo compenso percepito per le poche giornate di lavoro, escluda o riduca loro l’importo del reddito di cittadinanza. Questi dati ci dicono con tutta evidenza che i provvedimenti per contrastare la disoccupazione hanno dimostrato i loro limiti, che bisogna cambiare il paradigma".

Nel mondo, conclude la sigla, "le esperienze per praticare politiche alternative non mancano: dai progetti a disoccupazione zero fino a quelli di lavoro garantito. Chiederemo alle istituzioni locali di aprire confronti con il fine di sperimentare progetti alternativi".