“Dalla lettura della legge di stabilità regionale, pubblicata in Gazzetta ufficiale, si ha conferma che, a fronte della difficoltà a predisporre il bilancio, antico problema, la soluzione prospettata è la solita: la vecchia tecnica della spesa condizionata, in attesa che Roma ci faccia il regalo. E l’eventuale piano B sarebbero i triti e ritriti tagli lineari, come si evince da alcune dichiarazioni del presidente Nello Musumeci, che francamente ci aspettavamo che arrivasse meno impreparato all’appuntamento con la manovra”. Lo dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil siciliana, sottolineando che “il piano B sarebbe l’esatto contrario della logica della manovra, che impone scelte, obiettivi, priorità e agibilità tecnico- giuridica per individuare i cespiti su cui intervenire.

"Ed è una manovra – sottolinea il dirigente sindacale –, quella che avremmo voluto e che pretendiamo, non l’ennesimo espediente e dietro l’angolo la solita soluzione alternativa. Vorrei chiedere al governatore Musumeci come intenda applicare il piano B e ridurre dell’1% la spesa per interessi sui mutui, la spesa del personale, la spesa per le pensioni, la spesa sanitaria (vincolata da accordi con Roma); spese che complessivamente ammontano a oltre l’80% delle uscite complessive della Regione”.

Il sindacalista rileva che “la legge di stabilità pubblicata, se si poteva avere qualche dubbio, questo viene dissolto rispetto a una manovra  di cui avevamo colto l’inadeguatezza, cosa ancora più stupefacente, dal momento che il presidente della Regione, nel suo discorso d'insediamento, pareva aver colto tutte le problematiche di cui si parla oggi, cosa che evidentemente non è servita a varare una manovra che desse risposte ai problemi”.