Non è certo una novità, ma l’entusiasmo è quello del primo giorno. Ormai tutto è pronto nella sede nazionale del sindacato pensionati della Cgil che coordina il lavoro che si svolge nelle singole sedi territoriali: è infatti partita la campagna 2024 dei Campi della legalità gestiti da Libera con l’Arci e con lo Spi Cgil e altre associazioni del terzo settore. La soddisfazione è tanta per un impegno non indifferente che però ha un ritorno straordinario: il confronto tra generazioni, la trasmissione di valori e di saperi tra anziani e giovani.

I numeri

Circa 110 sono i Campi che si susseguiranno lungo le settimane dei tre mesi estivi, allungandosi fino quasi agli ultimi giorni di settembre. Circa 300 i volontari e le volontarie dello Spi Cgil che si alterneranno per “costruire legalità” insieme ai ragazzi e alle ragazze che partecipano ai Campi. I volontari e le volontarie, che da sempre si occupano dell’accoglienza, della logistica e soprattutto della cucina, anche quest’anno e ancor più che nel passato, saranno protagonisti anche della formazione e della trasmissione della memoria.

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I luoghi

I Campi sono in tutto il Paese in cui sono i beni confiscati alle mafie. Insieme alla Caritas Ambrosiana, ad esempio, lo Spi Cgil e la Cgil di Cremona gestiscono il Campo di Spino D'Adda e di Ciciliano, in uno dei beni confiscati più grandi d'Italia: lì il sindacato ha un ruolo cardine anche nell'alimentare il processo di riuso sociale del bene confiscato. E poi saranno, tra gli altri, a Caltanissetta, a Mesagne (Brindisi), a Savignano in Toscana dove ha sede un altro bene confiscato assai grande.

La novità di quest’anno la si incontrerà a Riace. Lì beni confiscati non ce ne sono, ma insieme a Libera e all’Arci, lo Spi è riuscito a costruire un Campo con l’obiettivo di rilanciare quel luogo che è stato modello di accoglienza nel mondo e poi si è voluto ridurlo a coacervo di malaffare. Quel tentativo, grazie all’impegno della magistratura che ha ristabilito la verità dei fatti e della storia, è stato scongiurato e il Campo servirà a dimostrare cosa sia legalità, costruendo percorsi di accoglienza e di rinascita. Ci sarà il neo eletto sindaco Mimmo Lucano, insieme alla segretaria generale Spi Cgil Tania Scacchetti.

Il lavoro dignitoso crea legalità

Per dimostrarlo la Cgil regionale e Spi hanno organizzato in Veneto, a Erbé (Verona), un Campo che è un Percorso per l’acquisizione delle competenze trasversali (Ppcto), un vero e proprio percorso di alternanza scuola-lavoro che è un unicum. Il sindacato ha fatto un accordo con un istituto scolastico, e il dialogo tra generazioni diventa lo strumento per trasmettere la cultura del lavoro, un modo utile ed efficiente di pensare il percorso di alternanza scuola-lavoro.

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La formazione nelle strade dei Campi

Il contributo dello Spi si concentrerà non solo sulla memoria sindacale, con le storie di sindacalisti vittime di mafia che sono state raccolte nel libro Terre e libertà, giunto alla terza edizione, e che continua a suscitare interesse notevole. I ragazzi e le ragazze sono infatti interessati alle storie dei “Giusti del lavoro”, quegli uomini e quelle donne che per il solo fatto di compiere il proprio lavoro con dignità sono stati uccisi dalle mafie. Ma i pensionati e le pensionate, insieme ai ragazzi e alle ragazze, ragioneranno di Costituzione e Resistenza, per alimentare e far crescere nuovi spazi di democrazia e partecipazione e per affermare la legalità come strumento di giustizia sociale. Una vera e propria scuola di educazione civica e di formazione alla partecipazione civile come strumento fondamentale di democrazia.

I gemellaggi

L'anno scorso in molti territori è accaduto che alcuni volontari siano andati a fare il Campo in un territorio, dopodiché sia con la cooperativa che ha ospitato il Campo sia con lo Spi di quel territorio hanno mantenuto contatti, facendo sì che nel corso dell'anno si siano sviluppati progetti in comune. Ad esempio, lo Spi di Rimini è andato in Calabria e ha partecipato al campo di Polistena: lì hanno visitato un grande bene confiscato a Gioiosa Jonica che necessita di risorse significative per essere ristrutturato, decidendo poi di sostenere economicamente il progetto di riqualificazione del bene. Lo Spi ha quindi avviato forme di gemellaggio per favorire non solo sostegno economico, ma anche scambi di esperienze.

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La straordinaria forza del noi

Per lo Spi Cgil lo scopo dei Campi è duplice: da un lato, partecipare alla costruzione di legalità anche attraverso la trasmissione della memoria e della cultura del lavoro; dall’altro, utilizzare quest’esperienza per farne un trampolino di lancio per il dialogo sul territorio con tanti altri soggetti della società civile, nel solco della Via Maestra. L’obbiettivo, ovviamente, è che si possa lavorare sui temi della legalità durante tutto l'anno. Non solo: i Campi servono anche a mettere a frutto e in comune le esperienze che ogni associazione matura separatamente, creando dunque uno spazio politico importante. La Via Maestra si percorre anche nei Campi della legalità, sono il primo e più antico ambito territoriale in cui si può fare la buona politica.

Ma c’è di più

Già l’anno scorso in via sperimentale, quest’anno in alcuni Campi Spi e Rete degli studenti medi e Udu saranno insieme per momenti di confronto con i ragazzi e le ragazze sui temi che più li interessano e riguardano: si parlerà di diritto allo studio, di salute mentale, di disturbi alimentari, di necessità di spazi. Il 25 luglio lo Spi, la Rete degli studenti medi, l’Udu e le cooperative che ospitano le attività dei campi insieme replicheranno “la Pastasciutta antifascista”. Fu la famiglia Cervi a istituirla: il 25 luglio, tornando dal lavoro, seppero che Mussolini era stato destituito, e per festeggiare quella che immaginavano fosse la fine della dittatura decisero di distribuire pasta condita con burro e parmigiano a quanti si trovavano a passare nella loro aia.

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Il valore dei Campi

“I Campi della legalità rappresentano uno spazio politico importante e innovativo”, conclude Carla Carlino, segretaria nazionale Spi Cgil: “Attraverso il racconto della memoria i sindacalisti e le sindacaliste parlano delle loro storie, testimoniando quelle lotte, quelle conquiste, quei valori che fondano l'identità della Cgil. E nel decidere di portare nel futuro quei racconti si avverte forte una consonanza con il tempo presente, e le sfide e le rivendicazioni che in sé reca. La legalità diviene così sentimento condiviso, che lega e spinge tutti noi verso l'affermazione della giustizia sociale. Nei Campi ci si confronta su conquiste e diritti, identità e valori. E, insieme, si lotta per un mondo migliore”.