"I Paesi con più produttività sono quelli che hanno investito di più nello stato sociale". A dirlo è Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, intervenendo oggi (mercoledì 29 maggio) alla presentazione del Rapporto sullo stato sociale 2019 "Welfare pubblico e welfare occupazionale", presso l'Università La Sapienza di Roma: "Una parte dei nostri problemi arrivano anche dal tipo di cultura che si è affermata in Europa rispetto allo stato sociale. Per un certo periodo sia i sindacati sia le forze politiche non vedevano nello stato sociale un limite allo sviluppo, anzi".

Landini ricorda che "in Italia abbiamo tutti fatto i conti con la letterina arrivata dall'Europa del 2011, e c'era ancora Berlusconi. Quella lettera ha portato alla riforma delle pensioni e al blocco dei contratti del pubblico impiego, e teorizzava che questo era il miglior modo per far ripartire l'economia nel Paese. Tutti i governi che si sono succeduti non sono usciti da quella logica. Oggi il debito pubblico è ancora più alto e l'Italia continua a essere in una situazione stagnante. Oggi, nel 2019, siamo messi peggio di prima. Si dovrebbe fare un bilancio sulla politica da fare".