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Con la Fase 2, iniziata lunedì 4 maggio, è ripartita la produzione in Italia. Allo stesso tempo - praticamente in contemporanea - sono ripresi gli infortuni sul lavoro. Tutte le maggiori cause di incidenti, segnalati dagli istituti di statistica, sono tornate in breve tempo. A questi si aggiungono alcune tipologie "nuove", come un infortunio che è risultato direttamente legato alle attività di sanificazione. Nell'arco di pochi giorni dunque abbiamo avuto una "Fase 2" anche per i morti e feriti sul lavoro.
L'ultimo caso si è verificato il 13 maggio a Ragusa. Un operaio è morto nella zona industriale, dopo essere rimasto schiacciato da un carrello. Il cinquantenne lavorava nella Sicef, azienda di prefabbricati riaperta da poco dopo la chiusura imposta dal lockdown. "La notizia lascia sgomenti. Dopo un periodo di cassa integrazione per Covid-19, gli operai in quello stabilimento sono rientrati lo scorso 4 maggio e oggi rieccoci di nuovo nella cosiddetta 'normalità": un operaio schiacciato da un carrello che non farà ritorno a casa". Questo il primo commento della Cgil, attraverso il segretario generale provinciale di Ragusa, Peppe Scifo, che ha aggiunto: "Si tratta ancora di una vittima dovuta all'assenza di sicurezza o alla poca attenzione delle imprese nei luoghi di lavoro".
A fare da "apripista" è stata la tragedia alla Adler Plastic di Ottaiano, avvenuta proprio nel primo giorno della ripresa. Un lavoratore è morto e tre sono rimasti feriti, in un violento incendio che ha colpito l'azienda di materiale plastico in provincia di Napoli. Non si è fatto attendere l'intervento del sindacato: "È una tragedia che impone a tutti di mantenere elevato il livello di prevenzione della salute e della sicurezza dei lavoratori nelle aziende, ancor più in una fase delicata come quella che stiamo vivendo, perché tragedie simili non si verifichino mai più. La fase 2 dell’emergenza Coronavirus in Campania non poteva aprirsi nel peggiore dei modi possibili”. Così il segretario generale Cgil Campania, Nicola Ricci e il segretario generale Filctem Cgil Campania e Napoli, Enzo De Caro.
A Roma il 6 maggio è morto un operaio di 58 anni, nella zona di Case Rosse a Tivoli, schiacciato da un muletto che si è ribaltato mentre era in servizio. Il sindacato è così tornato a sottolineare la necessità di maggiore sicurezza: "Con la ripresa delle attività stanno già aumentando gli incidenti sul lavoro. ma la ripresa non deve abbassare l'attenzione sui gravi rischi che si vivono sui luoghi di lavoro, a prescindere dal virus", ha spiegato. Nel 2019 sono state oltre mille le vittime sul lavoro in tutta Italia, circa cento nella regione Lazio. "Per questo l'impegno profuso in queste settimane per garantire più salute e più sicurezza nei luoghi di lavoro deve porre maggiore attenzione di tutti gli attori in campo sul pieno rispetto del testo unico n.81/2008", ha aggiunto la Cgil di Roma e del Lazio, Cisl di Roma Capitale Rieti e Uil del Lazio.
E ci sono anche gli infortuni "nuovi", ovvero legati a dinamiche nel luogo di lavoro che erano sconosciute prima del Covid-19. Sempre nella capitale una lavoratrice è rimasta ustionata mentre operava una sanificazione. È successo all'outlet di Valmontone, sulla via Casilina, dove una dipendente di 42 anni è stata gravemente ferita, è attualmente ricoverata all'ospedale San Camillo in prognosi riservata. Secondo la ricostruzione la donna stava utilizzando una sostanza chimica per pulire a fondo l'esercizio commerciale, come prescrive la legge in caso di riapertura: a quel punto sarebbe scivolata, venendo a contatto con il liquido che le ha provocato profonde ustioni.
L'8 maggio un incidente si è verificato in Versilia. Un operaio è stato ricoverato in gravissime condizioni: è rimasto folgorato da una scarica elettrica mentre lavorava sul cestello di una gru. Sul mezzo si trovava anche un suo collega, coinvolto in maniera non grave. Un operaio di 54 anni è stato ricoverato in ospedale in condizioni serie, dopo essere stato schiacciato da una pressa all'interno di una ditta di Rosate (Milano). L'incidente, su cui indagano i carabinieri, è avvenuto nello stabilimento della Unipack. Il 12 maggio un agricoltore di 50 anni è morto a San Giorgio Albanese (Cosenza), dopo che il trattore che stava azionando per attuare alcuni lavori in un appezzamento lo ha travolto. Il mezzo agricolo si è ribaltato provocando la tragedia.
Sullo sfondo, inoltre, ci sono gli infortuni sul lavoro provocati dal Covid-19. In tal senso particolarmente impressionanti sono i dati diffusi dall'Inail nei giorni scorsi. Sono oltre 37.000 gli incidenti sul lavoro per contagio da Covid 19. Le denunce di morte sono 129. Sulla cifra complessiva si registra un aumento di 9.000 unità rispetto alla prima rilevazione, resa nota il 21 aprile, mentre i casi mortali crescono di 31 unità. Le denunce di decesso per Covid riguardano soprattutto gli uomini, con una netta prevalenza dell'82,2%. Al contrario di quanto osservato sul complesso delle denunce, spiega l'Inail, in cui la quota femminile con il 71,5% dei casi prevale su quella maschile (28,5%), in questo caso le lavoratrici coinvolte sono il 17,8% del totale. Tra i casi mortali quelli che investono il personale sanitario e dell'assistenza sociale sono il 40%. In definitiva, è emerso che i luoghi di lavoro italiani sono stati un veicolo di contagio rilevante per l'epidemia di Coronavirus.