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La Campania torna in zona rossa. Nelle ultime settimane i contagi hanno infatti superato costantemente quota 2mila, con indici superiori al 10 per cento. La situazione delle terapie intensive è tornata di nuovo su livelli di guardia, con un aumento di ricoveri in tutti gli ospedali della regione. La situazione più critica è quella che si registra a Napoli e nell’area metropolitana: in molti Comuni l’RT è superiore anche alla media nazionale.
“Ad un anno dall’inizio della pandemia – dice il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci – nella nostra regione torniamo a vivere i giorni bui della prima ondata di Covid. Ci ritroviamo ancora a fare i conti con i decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma anche con un’emergenza che non è finita e con una crisi appesantita in molti suoi aspetti. Interi quartieri e paesi lasciati senza presidi fondamentali nella battaglia al Covid, come le USCA, ancora poche dal punto di vista numerico e oberate dall’emergenze. O ai pronto soccorso presi quotidianamente d’assalto da persone che richiedono assistenza. La sanità va riorganizzata, rinnegando quella ostinazione nel centralizzare i servizi e nel far confluire tutto negli ospedali. Inoltre, - aggiunge Ricci - con le risorse disponibili e con quelle programmate dall’Europa va reindirizzata l’assistenza e modificata la politica del servizio sanitario regionale. Vanno avviate migliaia di assunzioni non più precarie, ma professionalizzate, anche in funzione di un piano vaccinale davvero efficiente e rispondente alle nuove esigenze della presa in carico delle persone”.
Mattia Carpinelli, Ufficio stampa Cgil Napoli Campania