“Se ci troviamo di fronte ad un Paese diviso dal versante delle opportunità di lavoro, dal versante della fruizione effettiva dei diritti, questo Paese è ancora più diviso se lo guardiamo dal versante delle connessioni materiali”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella, introducendo il convegno “Mezzogiorno questione nazionale. Quali scelte per lo sviluppo e le infrastrutture?”, promosso a Napoli dalla Filt Cgil.

“Abbiamo bisogno - ha aggiunto Schiavella - di riunire il Paese, di superare le diseguaglianze anche dal versante infrastrutturale. Senza un sistema infrastrutturale e logistico forte, senza reti che guardino all’obiettivo strategico di ricollocare, come è necessario che sia, l’Italia al centro del Mediterraneo e quindi Napoli e la Campania al centro di questo progetto, sarà difficile che il Paese riparta”. “L’iniziativa di oggi - ha concluso - pone al centro queste questioni, è molto importante che una categoria nazionale, come la nostra federazione dei trasporti, abbia voluto lanciare questa riflessione e abbia voluto farlo da questa città”.

“Dopo la grande manifestazione che unitariamente abbiamo fatto il 22 giugno a Reggio Calabria, adesso, con queste iniziative - ha affermato il vicesegretario generale nazionale della Cgil, Vincenzo Colla - dobbiamo chiarire quale modello di sviluppo vogliamo nei territori, quali sono le loro esigenze e fare dello sviluppo una vertenza, per avere le infrastrutture e quindi creare lavoro. Non ci possiamo permettere di avere dei giovani laureati che se ne vanno dal meridione e di avere una demografia piatta”.

“Fare questa discussione - ha aggiunto Colla - vuol dire ridisegnare il Paese. Non c’è un’Italia che regge se non c’è un Sud che regge, quindi il tema dell’unità del nostro Paese è fondamentale. Il Sud e l’Italia devono essere un hub di tutto il Mediterraneo”. “La nostra storia - ha continuato Colla - sono i porti, che sono sempre stati un patrimonio per il nostro Paese e che adesso senza infrastrutture rischiano di morire. Se muoiono i porti, muore la possibilità di fare sviluppo, di fare le filiere e le catene del valore. Per il manifatturiero non essere in grado di trasportare merci diventa un problema di costi, che diventerebbero insostenibili. Non dimentichiamo poi che questo Sud è un bellissimo territorio, il turismo fa il 15 per cento del pil, crescerà moltissimo nei prossimi anni, perché la mobilità permette di contaminarsi, la mobilità è libertà, è relazione. Il turismo diventa così anche un’idea di come noi ci rapportiamo con gli altri Paesi”.

“Basta dire ‘Padroni in casa nostra’, noi - ha concluso Colla - abbiamo bisogno di stare più che mai con gli altri, siamo un Paese trasformatore, non abbiamo materie prime e quindi se ci chiudiamo in casa nostra diventiamo un paese subordinato, contoterzista e povero. Noi dobbiamo essere un paese culturalmente più aperto, abbiamo le possibilità di intrecciare con gli altri, con un mondo che si sta muovendo”.