Dopo il Tar di Abruzzo e Veneto, anche il tribunale amministrativo regionale del Molise si è pronunciato contro la soppressione e conseguente militarizzazione del Corpo forestale voluta da Renzi e fortemente criticata dai sindacati anche per la forzata militarizzazione degli appartenenti al corpo. “Gli effetti di tale scelta scellerata – sottolineano Cgil e Fp Cgil – sono sotto gli occhi di tutti: perdita di diritti e di dignità professionale, aumento di costi, caos organizzativo e drammatico calo di efficienza e funzionalità. Il tutto motivato da una semplice quanto ottusa valutazione che il governo Renzi aveva a suo tempo sostenuto: ridurre il numero delle Forze di polizia sarebbe stato di per sé sufficiente a determinare più efficienza e minori costi in settori delicati per il Paese. Noi, invece, pensiamo che ben altro sia necessario e auspicabile per realizzare una vera razionalizzazione di tutto il comparto, con una riforma organica che ormai è ineludibile”.

Per la Cgil e la categoria che organizza i lavoratori del pubblico impiego “la sentenza, che ravvede numerosissimi profili di incostituzionalità nell’art. 8 della legge 124/2015 e del dlgs 177/2016, condivide inoltre gli argomenti da noi sempre sostenuti circa la grave violazione di princìpi, costituzionali e non solo, che definiscono le funzioni assegnate alle Regioni in tema di competenze e gestione di ambiente e patrimonio forestale e l’assenza di qualsivoglia intesa fra Stato e Regioni in tema di riorganizzazione del Corpo forestale, avendo il governo scelto la strada dell’intervento unilaterale e autoritario, sopprimendo il Cfs e disponendo la militarizzazione forzata del personale con il passaggio all’Arma dei carabinieri”.

“Adesso la Corte costituzionale dispone, a nostro giudizio, di un quadro completo di riferimenti e di argomenti per assumere, nel marzo del 2019, una sentenza che auspichiamo possa ripristinare giustizia e legittimità e restituire a un corpo di polizia a ordinamento civile funzioni, compiti e risorse necessarie a garantire nel Paese adeguata sicurezza e protezione”.

“Nel riconoscere e rendere merito ai legali (Emanuela Mazzola e Vittorio Angiolini, ndr), che hanno lavorato ai ricorsi a favore delle lavoratrici e dei lavoratori del Cfs e che sosterranno fino all’ultima istanza le loro ragioni, auspichiamo che – aggiungono Cgil e Fp Cgil – la politica interrompa l’attuale silenzio sulla questione; chiediamo a partiti, movimenti e istituzioni di adoperarsi affinché si determinino, nei corpi militari e civili di difesa e sicurezza, più democrazia, più diritti, più partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori”.

“Ci auguriamo – concludono Cgil e Fp Cgil – che a partire da iniziative in grado di promuovere e favorire la libertà di costituire associazioni sindacali e associarsi si interrompa un degrado democratico che, nella soppressione del Corpo forestale dello Stato, ha vissuto un tragico episodio”.