La Sicilia è solo la sesta regione d'Italia per potenza istallata e numero d'impianti fotovoltaici. La superano Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e la Puglia con il doppio della potenza istallata e un numero inferiore d'impianti. Un paradosso per la regione più irradiata dal sole che "dovrebbe puntare all'egemonia in questo campo", ha detto il segretario Filctem Cgil regionale Franco Lannino, aprendo oggi (martedì 12 aprile) un dibattito organizzato dal sindacato sul tema "La Sicilia verso le fonti rinnovabili".

La Sicilia, ha sottolineato Lannino, "utilizzando le condizioni che si profilano per lo sviluppo delle fonti rinnovabili può diventare un hub energetico nel Mediterraneo". Oltre agli investimenti, per il sindacato è fondamentale accelerare gli iter autorizzativi: "È inconcepibile che ci vogliano sette anni per una autorizzazione che in Germania si ottiene in pochi mesi, e che nel labirinto multipiano tra Regioni, Comuni e Sovrintendenze, il 50% per cento delle richieste vengano bocciate. Occorre ricercare un bilanciamento dal momento che certo non possiamo sottrarci dalle scelte in questo snodo critico della storia".

Tra progetti e investimenti già programmati (da quello del parco eolico offshore di Renexia all'investimento di 150 milioni di euro di Erg per un nuovo parco eolico a Roccapalumba), "l'isola può aspirare a collocarsi tra le regioni che possono dare la maggiore spinta al cambio del processo energetico", ha aggiunto il segretario confederale Cgil Emilio Miceli: "La Sicilia come è stata terra strategica nel tempo del fossile e del gas, ora, in virtù delle condizioni climatiche, deve divenire il luogo più importante dove allocare investimenti, mettendola nelle condizioni di dare un contributo importante ad alzare la soglia e ad arrivare agli otto gigawatt di potenza da rinnovabili previsti dal Pnrr".

Per il segretario generale Cgil Sicilia Alfio Mannino, un nuovo modello energetico "può dare una spinta anche a nuove politiche dell'industria. Serve un'accelerazione complessiva, che deve impegnare tutti a partire dalle istituzioni e dalla Regione".

Il sindacato immagina dunque la Sicilia nel ruolo di capofila della transizione energetica. "Un processo di lungo periodo che va governato rispettando gli accordi e rendendone i lavoratori protagonisti per evitare la macelleria sociale", ha affermato il segretario generale Filctem Cgil Sicilia Giacomo Rota: "Deve essere chiaro che i gas è il vettore che ci accompagnerà durante la transizione".