L'Abi (l'Associazione delle banche italiane) e i segretari generali delle organizzazioni sindacali Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Unisin hanno condiviso un Protocollo con "Misure di prevenzione, contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19 per garantire l'erogazione dei servizi del settore bancario ai sensi del Dpcm 26 aprile 2020". E' quanto si legge in una nota congiunta dei sindacati di categoria. Il nuovo protocollo, "a far data dal 4 maggio e sino alla cessazione delle misure di emergenza, segue e sostituisce in coerenza ed adeguamento ai provvedimenti normativi del Governo, il Protocollo del 16 Marzo 2020". I sindacati ricordano che il Dpcm del 26 aprile 2020, nel disciplinare la cosiddetta “Fase 2” include fra i suoi allegati anche il protocollo confederale del 24 aprile fra governo e parti sociali che però non ha visto Abi fra le firmatarie. "Per questo le parti hanno condiviso l’intento di sottoscrivere uno specifico Protocollo di settore, come del resto è già accaduto anche per i comparti edilizia e trasporti". 

Il Protocollo sarà inviato oltre che alla Presidenza del Consiglio, al ministero del Lavoro e al ministero della Salute. "La disciplina del Protocollo segue la linea di grande attenzione, sino ad ora assunta, a tutela della salute e sicurezza di lavoratrici, lavoratori e clientela". La "mancata attuazione" dell'accordo, "tale da non garantire adeguati livelli di protezione e sicurezza, determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizione di sicurezza", spiegano i sindacati. Il lavoro dei bancari proseguirà con la preferenza della modalità di lavoro agile, e su appuntamento, "riservandosi le parti una verifica rispetto a tale modalità" il prossimo 8 maggio. "Resta inteso che in caso di aggravamento degli indici di contagio la modalità su appuntamento verrà comunque applicata valutando anche l’opportunità di misure di riduzione dell’operatività e di ricorso ad ulteriori soluzioni".

In caso di "picchi di affluenza in filiale in concomitanza di particolari situazioni (ad es. pagamento pensioni), si attueranno opportune segnalazioni alle competenti autorità per l’approntamento di specifiche misure di sicurezza". Si prosegue, poi, con il mantenimento delle previsioni in termini di distanziamento sociale e sanificazione degli ambienti, cui si aggiunge la previsione di dotazione generalizzata a tutto il personale di mascherine protettive. Restano ancora in vigore tutte le prescrizioni in materia di informazione circa le proprie condizioni di salute, ivi compreso l’obbligo giornaliero per le lavoratrici e i lavoratori di misurazione della temperatura corporea, con divieto di accesso sui posti di lavoro in caso di temperatura superiore ai 37,5 gradi.

Per quanto riguarda l’accesso di fornitori terzi, "per la prima volta si prevede l’obbligo aziendale di adeguata informativa circa le norme di salute e sicurezza". Si conferma anche l'orario di lavoro dilatato: "Nell’intento di proseguire in ottemperanza delle disposizioni governative e delle prescrizioni del comitato scientifico in materia di distanziamento sociale - spiegano i sindacati -, l’organizzazione aziendale, oltre a garantire la modulazione dell’attività lavorativa rispondente a tale principio, prevederà altresì l’articolazione dell’orario di lavoro, limitatamente alla presente emergenza, per gruppi differenziati all’interno di una forbice oraria compresa fra le ore 07:00 e le ore 19:30".

"L’anima del Protocollo - commentano le sigle sindacali - ancora una volta rappresenta un ulteriore passo del percorso sino ad oggi condiviso con Abi a tutela delle condizioni di sicurezza e salute delle lavoratrici, lavoratori e clientela, rafforzato anche da un dialogo con gli organismi aziendali, di Gruppo nonché dall’interlocuzione fra Rls e competenti strutture aziendali. Riteniamo la Fase Due decisamente più delicata della prima fase di più stretta emergenza, la nostra attenzione sarà ancora una volta massima ed orientata al rispetto delle previsioni del Protocollo a garanzia di tutte e tutti".