Uno degli elementi più rilevanti che ci permette di percorrere la Via Maestra che conduce la pace è quello dell'eliminazione delle armi nucleari. Perché finché esisteranno queste armi di distruzione di massa create per uccidere in pochi secondi milioni di persone, radere al suolo intere città e causare danni all'ambiente in maniera permanente, è del tutto ovvio che non potremo costruire una società del futuro che abbia come fondamento la convivenza pacifica di tutti i popoli.

La questione è cruciale. Anche se le armi nucleari non sono state più utilizzate del 1945, perché basterebbe solo una semplice escalation di guerra nucleare per comportare degli impatti irreparabili. Inoltre le armi nucleari stanno al vertice di un sistema globale militarizzato che non permette lo sviluppo di percorsi di condivisione e cooperazione, ma continua a perpetuare la legge del più forte a discapito del diritto internazionale.

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Dobbiamo anche ricordarci di come le armi nucleari in un certo senso uccidano anche se non vengono utilizzate, non solo perché sottraggono enormi risorse dai bilanci pubblici (circa 80 miliardi di dollari all’anno) per il mantenimento degli arsenali, ma anche perché i duemila test eseguiti negli ultimi decenni hanno comportato impatti negativi su popoli e ambiente. Che ancora adesso ne pagano le conseguenze.

Ma proprio a partire dall'esperienza delle popolazioni colpite e dall'aver rimesso al centro l’elemento umanitario, di protezione delle persone, anche in una questione così “strategica” come quella delle armi nucleari ci ha permesso di tracciare una via possibile di disarmo e pace. Grazie agli sforzi della società civile internazionale si è ottenuto il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari TPNW nel 2017, oggi ratificato da quasi 70 Paesi al mondo.

Si tratta della prima storica norma internazionale che mette al bando questo tipo di ordigni e indica chiaramente un piano di azione che ci permetterebbe di cancellarli dalla storia. Purtroppo l'Italia non sta seguendo questa strada maestra di pace e sta rifiutando di firmare il Trattato, nonostante tutti i sondaggi dimostrino che la grande maggioranza degli italiani e delle italiane vorrebbe l'adesione al TPNW eliminazione delle testate nucleari statunitensi attualmente presenti in Italia.

Noi però non ci arrendiamo: continuiamo a lavorare sia come campagna internazionale ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) sia con le organizzazioni italiane raccolte nella mobilitazione “Italia, ripensaci” per chiedere all'Italia di schierarsi dalla parte giusta della Storia. Per tali motivi è importante che in ogni manifestazione per la pace, in particolare in quelle che richiamano il principio costituzionale del ripudio della guerra, si tenga presente l'enorme minaccia delle armi nucleari e l'assoluta necessità di lavorare per eliminarle.

Continueremo a farlo e continueremo a chiedere che l'Italia in qualche modo si faccia coinvolgere nei percorsi disarmo nucleare (magari con progetti di assistenza alle vittime e di rimedio ambientali come prevede il trattato TPNW), partecipando inoltre ai dibattiti delle Conferenze internazionali di questo strumento normativo per condividere gli sforzi verso l'obiettivo dichiarato, anche dal nostro Paese, di un disarmo nucleare globale.

Venessa Hanson è Social Media Officer all'ICAN