Sempre più alto il divario tra i livelli d'istruzione italiani ed europei, resta elevata la quota di giovani che abbandona gli studi, e si amplia il divario territoriale tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. Sono i dati, allarmanti, che emergono al Report dell'Istat sui livelli di istruzione e partecipazione alla formazione 2020.

“È un quadro emergenziale quello delineato quest’oggi dall’Istat, un quadro che rende evidente quali siano le misure da attuare con urgenza: innalzare l'obbligo scolastico e mettere in campo un sistema di formazione permanente che consenta a tutti di continuare ad apprendere e ad ampliare le conoscenze, le capacità e le competenze”. Questo, in una nota, il commento della Cgil nazionale.  

Tra i dati più gravi c’è senza dubbio quello che riguarda la dispersione scolastica. In Italia, nel 2020 la quota di giovani che hanno abbandonato gli studi precocemente è pari al 13,1%, per un totale di circa 543 mila giovani, in leggero calo rispetto all'anno precedente. Nonostante l'Italia abbia registrato notevoli progressi sul fronte degli abbandoni scolastici, la quota di abbandoni resta tra le più alte dell'Ue. 

Per il sindacato di corso d'Italia, dunque, “se davvero l'istruzione è considerata centrale in Italia, come affermato al termine della Cabina di regia di ieri dal presidente del Consiglio Draghi e dal ministro dell’Istruzione Bianchi, dobbiamo far sì che le risorse stanziate dal Piano di ripresa e resilienza, tra cui 17 miliardi per la scuola e 6 per la ricerca, si trasformino subito in investimenti per fronteggiare questa emergenza”.