Una riflessione seria. Gli scontri avvenuti a Pisa e in altre città la impongono a chi “come me, poliziotto e sindacalista democratico, crede fermamente nel ruolo esercitato dalle lavoratrici e dai lavoratori in divisa a tutela dei principi di democrazia e legalità, costituzionalmente garantiti”. Così in un post su Facebook Pietro Colapietro, il segretario generale del Silp Cgil.

Colapietro ricorda che “le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, garante e difensore della nostra Carta, non lasciano spazio a interpretazioni e chiamano in causa la politica”.

Così come, continua il post è condivisibile “l'iniziativa del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ha chiesto un incontro al ministro Piantedosi, esprimendo disapprovazione e preoccupazione democratica dopo ciò che è avvenuto”.

Sono questi “i sentimenti che ho provato e provo anche io nel vedere e rivedere quelle immagini. Perché non si può pensare di risolvere il problema mettendo in croce solo e soltanto gli operatori di polizia che, come denunciamo da tempo, sono pochi, con un'età media alta, costretti a molte ore di lavoro senza neppure avere gli straordinari pagati e senza avere quelle necessarie attenzioni in termini di formazione, organizzazione del lavoro e benessere del personale”.

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Per il sindacalista, infatti, “ci sono delle precise responsabilità politiche quando si parla di ordine pubblico perché gli input arrivano dalla politica e poi la polizia e le forze dell'ordine devono metterli tecnicamente in pratica. Un connubio non sempre semplice e quasi sempre complesso”.

"Essere dalla parte dei colleghi significa non esasperare le tendenze corporative, ma lavorare per superare gli errori fatti e operare sempre al meglio. La politica non deve esacerbare gli animi ma favorire il dialogo e il confronto evitando scelte securitarie, le quali rischiano di portare a situazioni come quella accaduta a Pisa", conclude Colapietro.