In Basilicata il sovraffollamento delle carceri è assai compromesso. A Potenza sono 162 i detenuti a fronte di una capienza massima di 105 posti, con un indice di affollamento del 154,29%. Allarmante è anche la gravissima carenza di agenti di polizia penitenziaria perché, solo nella città capoluogo, mancano ben 44 unità. La denuncia viene da il coordinatore regionale della polizia penitenziaria della Fp Cgil di Potenza, Rocco Morlino, della segretaria generale, Giuliana Scarano, e della segretaria Carmen Sabbatella.

“A Melfi – scrivono in un comunicato – mancano circa 40 agenti di polizia penitenziaria, mentre i detenuti presenti sono 95 con una capienza attuale massima prevista di 66, perché la casa circondariale è in fase di ristrutturazione e presto potrà disporre di più posti. All’Istituto penale minorile di Potenza, oltre al sovraffollamento, si assiste ad un incremento di minori detenuti per reati connessi a tossicodipendenza e di immigrati irregolari".

"Il sovraffollamento delle carceri italiane - proseguono - è un tema che ciclicamente, ogni estate, viene portato all’attenzione dell’opinione pubblica. Una criticità che appare strutturale a chi quotidianamente affronta le numerose e frequenti problematiche dei lavoratori del settore. Come Fp Cgil da sempre ci siamo occupati della questione sollecitando le varie amministrazioni, spesso distanti dai problemi dei lavoratori che operano nelle varie sedi. I dati nazionali appaiono allarmanti: oggi in Italia sono detenute ben 62.722 persone, con un indice di sovraffollamento medio del 135%. Con il decreto Sicurezza, che conferma le scelte securitarie di questo governo, si introducono nuovi reati per reprimere forme di dissenso pacifiche e non violente che potrebbero portare, nei prossimi anni, ad un incremento di almeno 6000 detenuti”.

La Fp potentina sottolinea che nonostante le assunzioni degli ultimi anni, tra cui quelle di tecnici, educatori e contabili, si assiste quotidianamente a una serie di rinunce e trasferimenti a causa dello stress che caratterizza le case circondariali. Altro tema preoccupante è la sanità: spesso la medicina in carcere è disorganizzata e la psichiatria carente, proprio in un contesto dove è forte il rischio di suicidi.

“Tra gli obiettivi della nostra organizzazione – affermano i sindacalisti – vi è un piano assunzionale straordinario, la firma del contratto integrativo e delle famiglie professionali, l’aumento delle risorse per gli straordinari, il pagamento delle missioni in altre sedi che spesso viene anticipato dai lavoratori attendendo tempi infiniti per il rimborso, turni di lavoro più accettabili.

Una soluzione potrebbe essere la valorizzazione degli Uffici di esecuzione penale esterna, in difficoltà da molti anni a causa della scarsità di risorse, dove opera personale specializzato per affrontare ogni tipo di devianza per reati minori. Bisogna investire nelle strutture, in sanità, ma soprattutto nelle risorse umane. Solo attraverso un piano assunzionale straordinario e quindi l’assegnazione di agenti di polizia penitenziaria e personale civile - concludono - potremo garantire sia i diritti dei detenuti che dei lavoratori del settore".