"Non siamo più in grado di gestire in modo efficace e corretto il contact tracing Covid”. La denuncia fa spavento. Perché arriva da Bergamo e, in particolare, dalla Fp Cgil. Nello specifico da 9 lavoratori tra assistenti sanitari e infermieri del dipartimento di Prevenzione dell’Ats, l'azienda sanitaria del territorio.
Il numero di assistenti sanitari e infermieri è rimasto lo stesso da prima della pandemia e questo - scrivono i lavoratori - “comporta l'impossibilità di raggiungere tempestivamente i positivi Covid, di effettuare l'inchiesta epidemiologica, il tracciamento dei contatti, la prenotazione del tampone, le disposizioni di quarantena e tutti gli altri provvedimenti del caso. Il sistema di invio di Sms, pur essendo un aiuto, non è sufficiente a sopperire a tutte le richieste degli utenti”.
“Riusciamo con grande difficoltà a stare al passo con tutte le nuove direttive che arrivano continuamente, stiamo facendo tutto il possibile e anche di più, e nonostante questo attualmente centinaia di persone positive al Covid, con i loro contatti, sono lasciate a loro stesse e non certo per nostra negligenza”, proseguono i dipendenti Ats che chiedono, dunque, “con urgenza di intervenire con gli strumenti più opportuni volti ad incrementare il personale addetto al contact tracing al fine di soddisfare le necessità sempre più urgenti della popolazione e per contrastare la pandemia”.
“Questi lavoratori Ats hanno mosso una denuncia doverosa ma anche coraggiosa. Occorre dare il più ampio risalto e la massima attenzione possibili alla questione e porre subito rimedio alla carenza di personale, peraltro già segnalata”, sottolinea Roberto Rossi, segretario generale della Fp Cgil di Bergamo.
“Gli sforzi che l’intera collettività sta faticosamente sostenendo, in questi giorni, sono finalizzati a una massiccia vaccinazione che, attraverso una riduzione dei casi di contagio, renda possibile il tracciamento, concentrando l'attenzione sui casi più delicati. Questa procedura richiede però una struttura sanitaria adeguata ed efficiente”, ha commentato Orazio Amboni della Cgil provinciale. “La normativa regionale, una volta tanto in accordo con quella nazionale, prevede che sia il Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria dell’Ats a gestire questa attività. Da tempo, però, vengono segnalate gravi carenze di personale in questa struttura, carenze che sono ormai giunte a un livello tale da comprometterne l’operatività, come denunciano i lavoratori. Si tratta di una situazione molto grave, che costituisce un fattore di rischio per la sanità pubblica dal momento che riduce al minimo la prevenzione e delega tutto ai ricoveri ospedalieri, già ora in sofferenza. È necessario che la Direzione di Ats, modificando le scelte strategiche finora effettuate, richieda alla Regione quel necessario adeguamento di organico che finora non è stato richiesto”.