Facciamo solidarietà è il titolo di una giornata di riflessione e condivisione del pranzo organizzata dall’Anpi domenica 4 giugno a Bologna. Solidarietà sociale ed economica, valore fondante della Repubblica. Lo dice la Costituzione. Alle 11 in piazza Lucio Dalla tra gli altri anche Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. Con lui Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani che per lettori e lettrici di Collettiva riflette sulla Carta, all’indomani della anniversario della nascita della Repubblica,

Cosa significa attuare la Costituzione?
Piero Calamandrei parlava della Costituzione come di una rivoluzione promessa, immaginando che ci sarebbe voluto del tempo. È arrivato il momento di realizzare questa promessa. Sono passati esattamente 75 anni dalla sua approvazione, a me pare che in questi anni non tutti, ma molti governi non si siano sforzati di realizzare la Costituzione, al più si son sforzati di operare per entrare il meno possibile in contraddizione col testo della Carta. La conseguenza di questo atteggiamento minimalista è un rapporto fra il Paese e la Costituzione molto problematico. Gli anni 70 sono stati una felice parentesi, molte parti della Costituzione hanno trovato attuazione nelle leggi approvate dal Parlamento, dallo Statuto dei lavoratori alla legge che istituì il Servizio Sanitario Nazionale, passando per la riforma del diritto di famiglia. Nel corso dei decenni successivi abbiamo assistito a un progressivo logoramento di queste conquiste.

Cosa vuol dire attuarla, oggi?
Vuol dire misurare l'iniziativa del governo e del Parlamento rispetto al disposto costituzionale, sia dal punto di vista dei princìpi che dei diritti dei cittadini e delle cittadine. Se dovessi indicare la chiave di volta di questa attuazione della Costituzione, penserei immediatamente al secondo comma dell’articolo 3, quello che con un imperativo afferma che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”.

Quel comma impone alla Repubblica di ridurre diseguaglianze e redistribuire ricchezza?
Sì, e non solo.  Se compito della Repubblica è rimuovere gli ostacoli, vuol dire che il costituente ha preso atto che ci sono degli ostacoli, e già questa è una grande conquista, cioè si parte dal dato di fatto di una società diseguale e ci si pone l'obiettivo di correggerla tendendo all’eguaglianza. Ne conseguono una serie di scelte politiche e di carattere economico. Aggiungo, i soggetti che sono nominati in questo articolo sono tre: i cittadini, la persona umana, i lavoratori, non è mai citato l’individuo, che è invece dominante nel linguaggio contemporaneo a causa dell'ondata liberista che non solo ha caratterizzato l'economia, ma anche la cultura e il senso comune. Dobbiamo tornare alla Costituzione che pone al centro di sé stessa e della Repubblica il ruolo della persona umana, sia dal punto di vista civile in quanto cittadino, sia dal punto di vista sociale in quanto lavoratore.

Il lavoro attraversa tutta la Carta ed è il fondamento della Repubblica
La Repubblica è fondata sul lavoro, non sul profitto, e la produzione della ricchezza è determinata dal lavoro che viene visto come la magia dell'umanità rispetto agli altri viventi, cioè la forma attraverso cui gli esseri umani trasformano la realtà, sono creatori e la forma della loro creazione è il lavoro. Sono tutte queste cose fondamentali e fondative della Repubblica che spiegano, con tutta la Costituzione, il rapporto fra persona umana e lavoratore, il rapporto fra persona umana e cittadino.

E poi una serie di diritti che vengono identificati come fondamento della cittadinanza. Ne cito due, salute e scuola: nel 2023 il dettato costituzionale è rispettato?
Ho letto sui giornali che è stato aperto a Brescia un pronto soccorso privato. È la punta dell'iceberg di un continuo sabotaggio della riforma sanitaria del ’78 (un ruolo importante per la sua approvazione lo ebbe la partigiana Tina Anselmi) che dava attuazione all’articolo 32, garantendo una sanità universale e gratuita per tutti. Sia il continuo definanziamento del Ssn sia la diffusione della sanità privata minano quella riforma e quell’articolo della Carta. La sanità pubblica deve tornare a essere una priorità. E l’emergenza aumenterebbe ove dovessero essere approvate le disposizioni relative all'autonomia differenziata, che peggiorerebbero la situazione destinando il nostro Paese a una sanità per legge diversa da regione a regione. Quindi, la sanità è una priorità.

E la scuola?
Sulla scuola credo che si possa fare un ragionamento analogo. Però mi soffermo su di un aspetto. La scuola ha una funzione essenziale nella costruzione della persona umana e del cittadino, così come intesa dalla Costituzione. Sempre più, invece, prende piede l’idea della scuola come avviamento professionale, di apprendistato lavorativo. Per non parlare poi di questa enfasi sul merito, in apparenza può essere una cosa buona ma in realtà ci sta facendo tornare a una selezione di classe. È evidente che il figlio di un contadino meridionale ha un bagaglio culturale di partenza inferiore al figlio di un notaio di Brescia. Allora il merito diventa il privilegio di classe.

Ieri abbiamo celebrato la Festa della Repubblica, l’articolo 5 della Carta recita: “la Repubblica è una e indivisibile, valorizza le autonomie”. Con i progetti di riforma, da quello Calderoli a quello di Meloni, che rischi si corrono?
Molti, moltissimi. Siamo in una situazione kafkiana, da un lato la proposta di autonomia differenziata spinta dalla Lega, dall’altro una proposta ancora oscura e confusa di presidenzialismo voluta dalla Meloni. Entrambe, a mio parere, entrano in collisione con la sostanza della Costituzione. Ma prima ancora sono in contraddizione fra di loro. Noi riteniamo che l'autonomia differenziata spaccherebbe l'Italia, privilegerebbe le regioni più ricche rispetto alle più povere. Le competenze di questa autonomia sarebbero vastissime e fra queste in particolare appunto scuola e sanità. Vorrebbe dire che la Lombardia avrebbe una scuola e una sanità diverse dalla Calabria, la Sicilia diversa dal Friuli Venezia Giulia e così via dicendo. Non solo. Oggi il nostro Paese ha 5 Regioni a statuto speciale, con l’autonomia differenziata è l’eccezione che diventa la regola. Vorrebbe dire lo spappolamento dell'unità della Repubblica, con buona pace dell’indivisibilità dell'articolo 5. Sia chiaro che l'alternativa a questo non è affatto uno stato centralista, ma è uno stato incardinato sull'idea del decentramento non competitivo, fondato sui principi della cooperazione e della solidarietà politica, economica e sociale previsti dall’articolo 2.

E il presidenzialismo?
Non è chiara quale sia la proposta del governo, elezione diretta di chi, del presidente della Repubblica o di quello del Consiglio? Sembra si privilegi la seconda, il cosiddetto premierato, che però non esiste in nessuna democrazia matura, fu introdotto in Israele, non funzionò e son rapidamente tornati indietro. L'elezione diretta del presidente del Consiglio avrebbe il seguente effetto, essendo il valore del voto popolare dominante, il ruolo del Parlamento sarebbe profondamente umiliato ancora di più rispetto alla situazione attuale. Leggevo che nel recente incontro con i sindacati la presidente del Consiglio ha parlato di presidenzialismo come di uno strumento con al fine la stabilità dei governi e del rispetto della volontà dei cittadini. Questa frase è veramente sconcertante, non si coglie che oggi il problema principale non è quello della stabilità dei governi, ma della rappresentanza del Parlamento. Non si spiega altrimenti che al voto delle politiche non si è recato alle urne circa il 40% degli italiani e delle italiane. Per di più non si fa alcun cenno alla legge elettorale. In sostanza si vorrebbe un premier che decide sempre e la partecipazione popolare sostanzialmente scomparsa, un Parlamento svuotato, il ruolo delle opposizioni svilito e umiliato. Esattamente la direzione opposta a quella che ci vorrebbe. Pensiamo, invece, ci voglia una rivalutazione della centralità del Parlamento, una ricostruzione della partecipazione popolare per una reale governabilità del paese. Partecipazione e rispetto della volontà dei cittadini oggi non considerati, basti pensare che rispetto alla guerra in Ucraina il governo e la maggioranza del Parlamento, assumono delle decisioni che, in base a tutti sondaggi, sono in esatto contrasto con le opinioni della maggioranza dei cittadini.

Avete sospeso la festa dell'Anpi, si doveva tenere a Bologna dall'uno al 5 giugno. Domenica sempre a Bologna, in piazza Lucio Dalla, invece ci sarà una giornata in sostegno delle popolazioni alluvionate, con voi anche Maurizio Landini. Perché e cosa c'entra l'Anpi e con la Carta fondamentale il sostegno alle popolazioni alluvionate?
Le ultime parole dell'articolo 2 riguardano tutti e quindi riguardano in particolare l'Anpi che è un'associazione il cui statuto prevede l'impegno alla piena attuazione della Costituzione. Se la Repubblica richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, è un dovere inderogabile, nostro come di tutto il Paese, quello di portare nelle forme dei modi possibili la solidarietà alle popolazioni. Abbiamo promosso a questo fine una raccolta fondi, per il momento siamo a 50 mila euro, valuteremo con le istituzioni locali a quali Comuni, quelli più in difficoltà, devolverli.

Sabato scorso c'è stata una iniziativa promossa da un cartello di associazioni insieme alla Cgil, dal titolo Insieme per la Costituzione. Qual è il valore del "noi"?
Il noi è la condizione fondamentale per la vita di una comunità. Noi siamo la Repubblica, noi siamo la Costituzione, è così. Noi siamo gli articoli della Costituzione. Noi siamo l'articolo 11, quello dove c'è scritto che l'Italia ripudia la guerra. Dal punto di vista pratico, poi, è evidente, come dice un banalissimo quanto giusto proverbio, che l'unione fa la forza e, nella situazione in cui ci troviamo, c'è una particolare forza che non è mai stata così necessaria come in questo periodo della storia del nostro Paese, che è quella dei movimenti, delle associazioni, dei sindacati, del volontariato. È una forza straordinaria che ha già fatto sentire il suo peso in tanti campi, che si manifesta alle volte su temi specifici, alle volte su questioni di carattere generale. Credo che l'incontro di sabato scorso abbia questo senso, ritrovare l'unità sul tema della difesa e dell'attuazione della Costituzione.