L’Auser sarà in piazza sabato 5 novembre, a Roma, alla manifestazione nazionale promossa da Europe for peace.

"La guerra in Ucraina deve essere fermata perché, come tutte le guerre, è un crimine contro l’umanità. La violenza e l’uccisione d'innocenti non può e non deve mai essere giustificata perché il diritto alla vita deve sempre trionfare sulla morte. Siamo con il popolo ucraino vittima dell’aggressione di Putin. Nessuna guerra è giusta e giustificabile, sempre e in qualsiasi contesto geopolitico. Bisogna sempre perseguire la strada del dialogo, dei legami di reciproca fiducia e comprensione fra Paesi, popoli, etnie, culture e religioni diverse". Così il presidente nazionale Auser, Domenico Pantaleo, in un comunicato. 

"Il ripudio della guerra deve condurre tutti a ragionare e operare sulle soluzioni diplomatiche anziché affidarsi esclusivamente all’invio di armi sempre più letali. La nostra solidarietà verso il popolo ucraino è stata straordinaria con l’invio di medicinali, vestiario, generi alimentari e una sottoscrizione a favore di Intersos, che opera ai confini per assistere bambini, donne e anziani fuggiti da quel martoriato Paese. I nostri volontari hanno promosso corsi per l’apprendimento della lingua italiana e accolto nelle proprie case le famiglie ucraine", continua il leader Auser.

"Proprio quella grande azione di umanità, ci sprona ancora di più a chiedere la Pace e il rispetto della nostra Costituzione nel ripudiare la guerra.  Il rischio di un conflitto nucleare mondiale diventa sempre più concreto nel disinteresse generale della stessa Europa, nel cinismo di chi pensa esclusivamente agli interessi economici e a quelli delle industrie degli armamenti. Tacciano le armi e si apra la strada del negoziato attraverso uno sforzo propositivo di Europa e Onu, si promuova una conferenza internazionale di pace che metta fine alla corsa al riarmo e bandisca ogni controversia che porti alle guerre", aggiunge il dirigente sindacale.

"L’ Auser, con la sua azione solidaristica, vuole dare voce e dignità a vittime, rifugiati, profughi e immigrati che hanno il diritto a un futuro migliore senza più guerre, discriminazioni, persecuzioni, carestie e violenze", conclude Pantaleo.