Sei condanne, dai quattro anni e mezzo ai sei. Questa la prima sentenza, emessa oggi (lunedì 11 luglio) a Roma in rito abbreviato, per l'assalto alla sede nazionale della Cgil avvenuto nel corso di una manifestazione “no green pass” lo scorso 9 ottobre nella Capitale.

Il giudice per le udienze preliminari ha condannato a sei anni Fabio Corradetti, figlio della compagna di Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, già a processo con rito ordinario per lo stesso fatto. Condanna a sei anni anche per Massimiliano Ursino, leader palermitano di Forza Nuova. Nei confronti degli imputati, accusati di devastazione e resistenza, il giudice ha accolto l'impianto accusatorio del pubblico ministero Gianfederica Dito.

Davanti al tribunale ordinario intanto prosegue il processo che vede imputati, tra gli altri, i leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore, nonché l'ex Nar Luigi Aronica. I tre, oltre a devastazione aggravata in concorso e resistenza, sono accusati anche d'istigazione a delinquere.

“Le condanne che ne sono derivate - commenta il segretario generale Maurizio Landini - sono il frutto del lavoro della Procura della Repubblica, cui va il plauso della nostra Organizzazione per l’impegno profuso. Aldilà delle singole posizioni e delle pene comminate dal Tribunale, siamo anche particolarmente soddisfatti che il Giudice abbia accolto la richiesta di qualificare quanto accaduto come reato di devastazione, in quanto, in questo modo, si è accertata l’estrema gravità delle azioni e dei comportamenti compiuti dagli imputati a danno della Cgil”.

“Sappiamo che questa decisione - conclude Landini - sarà oggetto di appello e che vi sono in corso altri processi per l’assalto nei confronti di altri soggetti, tra i quali quello che vede imputati i vertici di Forza Nuova, dove è contestata anche l’accusa ad alcuni di aver istigato all’assalto i manifestanti; in tutti questi la Cgil si è costituita parte civile e continuerà a richiedere giustizia in nome delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro Paese”.