"Abbiamo voluto attendere un po' di giorni per far sedimentare l'impatto emotivo che hanno provocato, ma le indiscrezioni di stampa uscite qualche giorno fa hanno purtroppo lasciato il segno. Leggere che, in alcune intercettazioni telefoniche, emergerebbero pesanti infiltrazioni della ‘ndrangheta in alcuni comparti del sistema appalti Rai apre squarci inquietanti su questo capitolo delicato dell’attività aziendale" Così in un comunicato unitario Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fnc Ugl, Snater e Libersind Confsal.

"Nel pieno rispetto della magistratura inquirente e del lavoro che sta svolgendo, se queste indiscrezioni fossero confermate, si dimostrerebbero fondate le preoccupazioni che abbiamo più volte pubblicamente manifestato, ossia che la filiera degli appalti in Rai avrebbe corso più di un rischio di diventare oggetto delle attenzioni della criminalità organizzata, a livello nazionale e locale", proseguono le sigle di categoria..

Il sistema degli appalti Rai, infatti, contiene dei vizi di fondo che ne minano l’efficacia all’origine: si presenta spesso privo di una progettualità di largo respiro; è attento solo a una generica riduzione dei costi più che a una effettiva razionalizzazione dell’organizzazione del lavoro (che ricade tutto sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori); non tiene conto della necessità di un piano sulle politiche attive e sull’organico. Questo stato di cose non può non attirare l’attenzione, alla lunga, di chi è abituato a lucrare in modio criminale su queste debolezze", aggiungono i sindacati.

"Perciò, abbiamo più volte messo in guardia l’azienda dal rischio di certe scelte miopi, dove nella gara al ribasso dei costi, a pagare erano sempre i lavoratori. Quelli interni, perché progressivamente privati del lavoro dato in appalto, e quelli esterni, alla mercé di contratti pirata, che rubano salario e diritti. Allarmi che l’azienda, se fossero confermate le notizie, non ha minimamente tenuto in considerazione e che metteranno la Rai al centro dell’ennesimo tourbillon mediatico", rilevano ancora le segreterie nazionali.

"Pensiamo che sia ora di cambiare passo anche su questo argomento e invitiamo l'azienda a non perseverare in queste scelte miopi. Nel piano Industriale ed editoriale, che sembra essersi fermato alle quattro linee guida prodotte qualche mese fa, il capitolo organizzazione del lavoro, appalti e trasparenza deve assumere un rilievo centrale. Solo così e con il continuo confronto con il sindacato si potranno evitare certe situazioni drammatiche", concludono le organizzazioni dei lavoratori.