Ennio Calabria (Tripoli il 7 marzo 1937), con la sua lunga carriera artistica che attraversa mezzo secolo di storia dell’arte contemporanea, ha sfidato tutte le scuole e le mode sin dalla sua prima mostra personale presso la Galleria La Feluca di Roma (1958) e proprio per questa sua caratteristica di fondo è impossibile etichettarlo o peggio schiacciarlo in un singolo movimento artistico.

La grande scultura, 1960. Olio su tela

Ma anche se non si può definire un pittore espressionista astratto, impressionista, cubista, figurativo o informale, è anche chiaro che Calabria non è mai stato un lupo solitario, avendo collaborato con tanti artisti con i quali ha condiviso varie esperienze collettive originali e innumerevoli collaborazioni con la politica e il sindacato. Insieme a personaggi importanti della storia dell’arte contemporanea (Attardi, Farulli, Gianquinto, Guccione e Vespignani, tanto per fare qualche nome) ha dato vita a esperienze originali, come quella "Il pro e il contro", che hanno sempre avuto come scopo quello di dare uno scossone a un’arte che rischiava (già alla fine degli anni Cinquanta) di rinchiudersi su sé stessa dopo la crisi del neorealismo e la fine delle belle speranze del Dopoguerra. 

Per l’esperienza artistica e culturale di Ennio Calabria sono stati fondamentali gli anni Sessanta e Settanta. Il pittore assorbe e traduce i tanti stimoli di quegli anni vitali, senza farsi condizionare dalle scorciatoie “populiste” o ideologiche. Lo scrive con chiarezza Ida Mitrano, autrice di vari saggi e di una biografia sulla vita, il percorso pittorico e di pensiero dell'artista. (Nella pittura la vita, 2017): “Negli anni delle grandi battaglie sociali e culturali vive la complessità delle cose e scandaglia la realtà in cerca della vita. Non gli interessa ciò che è acquisito, ma ciò che è da ricercare, non ciò che è dato, ma ciò che è inedito. In tal senso, le sue prospettive, consentendo di guardare la realtà da altri punti di vista, diventano possibili input per nuovi processi conoscitivi”. 

L'edile e la luna, olio su tela, 1971

Sono degli anni Sessanta e Settanta le tante collaborazioni di Calabria con il Pci e la Cgil. Manifesti, illustrazioni e grafiche per giornali e riviste, perfino murales prodotti per le iniziative politiche e sociali, per l’Arci, la Lega delle Cooperative, per l’Uisp (associazione per lo sport), per la Cgil e la Cisl e soprattutto per il partito di riferimento, il Pci. Ma anche per tante altre associazioni e centri studi come la Fondazione Basso. Molto importante è stata, da questo punto di vista, l'esperienza di Alzaia (1971), centro di produzione e organizzazione culturale, nato a Roma per iniziativa di un gruppo di pittori: oltre a Calabria, c'erano Pietro Campus, Nicola Distefano, Angelo Fattori, Luigi Ferranti, Franco Ferrari, Giuseppe Frattali, Paolo Ganna, Francesco Pernice, Giovanni Puma. Anche sul fronte della politica e della simbologia della sinistra la ricerca artistica di Calabria è originale e non scontata, come si vede dai ritratti di personaggi famosi. Nei loro volti il pittore non cerca solo la somiglianza (un ritratto non è mai una foto), ma soprattutto cerca le tracce del presente, cerca messaggi che dalla persona ritratta sono trasmessi alle persone che guardano, al popolo, ai lavoratori, ai militanti che credono in quei valori.

Mao Pianeta, 1968. Olio su tela

Sulla figura umana e sul volto (un pianeta da scoprire ogni volta) Ennio Calabria ha lavorato con una grande costanza e coerenza nel corso di tutta la sua esperienza. Una ricerca che è cresciuta insieme allo studio della luce e della forma (come nel libro di Rita Pedonesi del 2008). Sul sito a lui dedicato, oltre alla catalogazione delle opere per periodi storici, è possibile vedere il grande ventaglio dei nomi che hanno suscitato di volta in volta il suo interesse e lo hanno messo alla prova con la rappresentazione del carattere e in fondo dell'essenza del soggetto. Nel grande archivio Calabria troviamo i ritratti di politici, scienziati, scrittori e perfino papi. Da Stalin (1964) a un Giovanni XXIII dello stesso anno. Da Ingrao (1966) a Gramsci (1967) passando per Ho Chi Min (un vespaio del 1967). Nella galleria Calabria ci sono anche Che Guevara (1968) e Giuseppe Di Vittorio (1970). Un Gandhi del 1971 e un Einstein del 1981. Un capitolo a parte quello dedicato al papa polacco. Giovanni Paolo II e poi al papa tedesco Ratzinger.

Un papa polacco, 2004

La ricerca di Calabria non si è fatta comunque condizionare dai grandi personaggi della politica e della cultura. Il pittore è sempre stato interessato ai segni del tempo, alla cronaca antropologica degli uomini. Così nelle gallerie di Calabria compare a un certo punto un bellissimo ritratto del ciclista Marco Pantani e della sua tragedia umana e sportiva. Anche qui non un racconto e una rappresentazione, ma un dire, la trasmissione di un messaggio attraverso forme e colori. Per questo alcuni critici hanno parlato di una pittura dell'intravisto per definire lo stile e i contenuti dell'opera di Calabria. 

Lo scoglio, acrilico su tela, 2018

In questi ultimi anni, per rispondere alla crisi dei valori e alla grande velocità della trasformazione, Ennio Calabria, insieme a un gruppo di amici artisti e critici ha lanciato un vero e proprio appello per la rinascita della pittura. Lo spiega nel video che pubblichiamo curato da Ivana Marrone. "Dobbiamo ricominciare a dipingere". Dice. Sembra una banalità, una tautologia, ma guardando al panorama globale dell'arte, suona come una vera e propria provocazione. Le sue opere sono sparse per il mondo, a partire dagli Usa, dove proprio negli anni Sessanta era stato invitato da influenti personaggi molto vicini all'ex presidente americano, Eisenhower. Gli venivano promessi guadagni milionari nelle prestigiose gallerie statunitensi. Ma c'era una condizione da rispettare: quella di ammorbidire la sua pittura rendendola più "neutra", meno politica, meno sociale. Non c'è bisogno di citare la risposta di Calabria. 

In studi recenti si raccontano le nuove battaglie culturali dell'artista. Se ne parla per esempio nel recente Arte, salvaguardia dell'umano (Armando editore), curato da Ida Mitrano e Rita Pedonesi e anche nel libro Manifestarsi (edizioni Bordeaux) dedicato in particolare al "Manifesto per l'arte. Pittura e scultura" e ai relativi commenti, curato sempre da Mitrano e Pedonesi per conto dell' Associazione "In tempo", fortemente voluta e fondata da Calabria nel 2009. Oggi ne è presidente onorario.

I quadri del maestro si possono oggi ammirare al Metropolitan Theatre di New York; al Museo Puskin di Mosca; al Museo Wroclaw di Cracovia; al Museo di Eliat (Israele); al Museo d’Arte Contemporanea di Sofia; presso la Collezione Gucci; Colombe d’Or, St. Paule de Vence (Francia); al Museo D’Arte Contemporanea di Roma; nelle Collezioni Vaticane; presso la Civica Raccolta A. Bertarelli di Milano; il Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne di Bagnacavallo.

Impossibile citare qui i tanti studi, saggi e articoli sull'arte di Ennio Calabria. Per chi volesse avere un quadro d'insieme rimandiamo al sito dell'artista.