Il 17 dicembre 1966, Filippo Melodia, rapitore e stupratore di Franca Viola, viene condannato a 11 anni di carcere, ridotti il 10 luglio 1967 al processo di appello di Palermo a dieci anni con l’aggiunta di 2 di soggiorno obbligato nei pressi di Modena (sentenza confermata in Cassazione il 30 maggio 1969). Proprio a Modena Melodia sarà ucciso il 13 aprile 1978, due anni dopo essere uscito dal carcere.

Franca Viola, nata ad Alcamo, in Sicilia, il 9 gennaio del 1947, è la prima donna italiana a rifiutare pubblicamente  il matrimonio riparatore.

Figlia di una coppia di contadini, il 26 dicembre del 1965, all’età di 17 anni, Franca viene rapita da Filippo Melodia. 

Sarà violentata, malmenata e lasciata a digiuno, quindi tenuta segregata per otto giorni.

Di fronte alla proposta di matrimonio riparatore i genitori di Franca reagiscono in maniera inaspettata rifiutando la proposta e denunciando lo stupratore. 

“Mia figlia Franca non sposerà mai l’uomo che l’ha rapita e disonorata”, sarà il commento di papà Bernardo, sempre a fianco della figlia. 

“Non fu difficile decidere - racconterà Franca anni dopo - Mio padre Bernardo venne a prendermi con la barba lunga di una settimana: non potevo radermi se non c’eri tu, mi disse. Cosa vuoi fare, Franca. Non voglio sposarlo. Va bene: tu metti una mano io ne metto cento. Questa frase mi disse. Basta che tu sia felice, non mi interessa altro. Mi riportò a casa e la fatica grande l’ha fatta lui, non io. È stato lui a sopportare che nessuno lo salutasse più, che gli amici suoi sparissero. La vergogna, il disonore. Lui a testa alta”.

A metà dicembre del 1966, un anno dopo il rapimento, inizia a Trapani il processo. 

Nonostante le proteste della difesa che tenta di screditare la ragazza sostenendo che era consenziente alla fuga d’amore (“Filippo avrà anche rapito Franca pero è quasi sicuro che Franca ci stava. Anzi è probabile che abbia avuto rapporti ben prima. Se Franca ha poi buttato il candido velo da sposa, se ha rifiutato di sposarlo… peggio per lei: che colpa ha Filippo?”), i giudici decidono le porte aperte per ogni udienza, tranne che per le deposizioni di Franca Viola e del Melodia, per il quale il  pubblico ministero chiede 22 anni (diciassette i capi d’imputazione, tra questi il ‘ratto a scopo di libidine’).

Il caso appassiona l’Italia e sull’esempio di Franca molte ragazze cominciano a rifiutare le nozze riparatrici.

“Di esemplare  - scriverà il Corriere della Sera - resta il comportamento della ragazza non il verdetto (…) ancora bisognerà fare affidamento su altre fanciulle coraggiose come Franca Viola  che sulla severità della legge per sperare che certi comportamenti scompaiano”.   
E infatti bisognerà aspettare ancora 16 anni perché  il matrimonio riparatore venga cancellato (insieme al delitto d’onore) dalla legge 442, del 5 agosto 1981 arrivata alla fine di un lungo percorso di cui fanno parte la legge sul divorzio, la riforma del diritto di famiglia, la legge 194.

“Siamo le donne che hanno lottato per il nuovo diritto di famiglia, per il divorzio e la legge 194 - dicevamo nell’agosto del 2019 - Siamo le donne che hanno definito lo stupro reato contro la persona e non contro la morale, lottando per cancellare le norme ereditate dal codice fascista Rocco insieme al delitto d’onore, al matrimonio riparatore, allo ius corrigendi del marito, titolare di ogni potere su moglie e figli”. 

Siamo Franca Viola. Ieri, oggi, sempre.