Più chiarezza e qualche correttivo, per assicurare pari condizioni fra i territori e garantire la ripresa del tessuto produttivo da Nord a Sud della Sardegna: è quanto chiedono Cgil, Cisl e Uil regionali in riferimento alla bozza del decreto sulla transizione energetica, con l’auspicio che venga firmato al più presto dal presidente Draghi.

“Non c’è più tempo per tergiversare – hanno detto i segretari generali Samuele Piddiu, Gavino Carta e Francesca Ticca –; è necessario dar corso subito alla metanizzazione, recuperando il divario fra Sardegna e resto d’Italia, una condizione inaccettabile che deve essere sanata”. A fronte della situazione di grave incertezza e preoccupazione, i confederali non possono non evidenziare la posizione della Regione, poco chiara e contraddittoria negli atti: chiamata a dare un parere istituzionale vincolante sulla bozza di decreto, non si esprime con opposizioni formali e poi ne prende le distanze attraverso la stampa e in modo confuso. È, quindi, evidente che manca una proposta chiara della Regione, sia sulla bozza che sull’intero percorso della transizione energetica nell’Isola:

“Per evitare ulteriori confusioni - hanno detto i tre dirigenti sindacali -, occorre costruire quella proposta, in modo chiaro e partecipato, insieme alle parti sociali, per portarla con forza al confronto con il governo nazionale”. Secondo i sindacati, il governo nazionale può e deve licenziare il decreto con le opportune modifiche per garantire, senza margini di incertezze o interpretazioni, tempi e modalità di realizzazione delle infrastrutture. Le aziende, invece, dovranno strutturarsi per contribuire a rendere attrattive le aree industriali su cui dovranno sorgere i poli energetici per la nuova generazione di energia, elettrica e termica da gas oggi, da idrogeno e biogas in futuro.

Per centrare l’obiettivo e correre spediti verso la decarbonizzazione, senza rischiare il collasso del sistema Sardegna, secondo i sindacati, occorre che la bozza renda espliciti alcuni punti. Eccoli: i volumi della fornitura, perché le quantità di gnl non possono essere subordinate a futuri calcoli, ma sono un dato prioritario da definire subito; tariffe in linea con il mercato italiano e non per un periodo limitato; certezza sulla Fsru nella zona industriale di Porto Torres e relativa rete di collegamento con l’area di Sassari; previsione della rete di interconnessione tra rigassificatori e bacini di stoccaggio, anche con riguardo alle aree del Nuorese dell'Ogliastra e della Gallura. In riferimento alla Fsrual Sud, occorre superare le incertezze sulla realizzazione nel Sulcis Iglesiente e definire investimenti in maniera da arrivare in tempi rapidi alla infrastrutturazione dell’area di Cagliari e del sud Sardegna.

"Infine, sulle nuove produzioni da Fer, le indicazioni contenute nella bozza, sia per le nuove installazioni di impianti che per gli accumuli, dovranno essere oggetto di specifica programmazione che definisca tipologie, ubicazione, connessione alle filiere green e specifici iter autorizzativi con relativi tempi di realizzazione. Un progetto complessivo di transizione non può che puntare sulla diversificazione, per evitare gli effetti speculativi che stannodeterminando i rincari delle bollette elettriche e la crisi di intere filiere, comprese quelle energivore", concludono Cgil, Cisl e Uil regionali.