Nei luoghi pubblici, in cinema e teatri, ma anche nelle carceri e nei parchi si alterneranno proiezioni e rappresentazioni dal vivo per celebrare la prima Giornata nazionale dello spettacolo, sancita lo scorso 13 ottobre dall’approvazione della legge che l’ha istituita. “Un segnale importante di valorizzazione – afferma Sabina Di Marco, segretaria nazionale della Slc Cgil - per un settore che è stato duramente colpito dalla pandemia e che fatica a risollevarsi”.

Il provvedimento è stato giustamente salutato con soddisfazione dal ministro della Cultura Dario Franceschini, che ha ringraziato il Parlamento per la celerità con cui ha lavorato. Ma, diceva Di Marco, il settore dello spettacolo in tutte le sue forme non è affatto uscito dalla crisi causata dalla pandemia. “Certo  - sottolinea la dirigente sindacale – i ristori stanziati in questi mesi sono stati importanti e hanno permesso la sopravvivenza di molti, ma non sono stati sufficienti, neanche a scongiurare la perdita di tantissime professionalità tecniche e artistiche, che difficilmente saranno a breve recuperate”. Per questa ragione i sindacati chiedono che siano prorogati almeno fino alla fine dello stato di emergenza, al momento fissato per il 31 dicembre.

La natura stessa del lavoro di attori, attrici, e maestranze è saltuario e precario: è necessario pensare a strumenti di continuità reddituale che consentano agli artisti e a chi rende possibile la loro attività di guardare al futuro con serenità. Il momento di una riforma complessiva del settore è ora, la si attende da diversi anni.

“E – dice ancora la segretaria nazionale della Slc Cgil - la prima bozza di riforma di welfare entrata in vigore a luglio, che va perfezionata nella capacità di dare le coperture necessarie, necessita di un sistema compiuto tale da dare stabilità e sicurezza a questi lavoratori".

Insomma, questa giornata oltre che di festa deve servire anche ad alzare il sipario sulle reali condizioni di un mondo indispensabile alla cultura del nostro Paese e anche al benessere di cittadini e cittadine. “Per questa ragione – conclude Di Marco - deve accompagnarsi con l’accelerazione del varo di una legislazione adeguata e compiuta, a maggior ragione dopo i sacrifici compiuti dai lavoratori del settore in questi lunghi mesi di fermo”.