"In nome di Dio ai grandi laboratori che liberalizzino i brevetti dei vaccini: compiano un gesto di umanità e permettano che ogni Paese, ogni popolo, ogni essere umano abbia accesso al vaccino". Queste le parole pronunciate scorso 16 ottobre da papa Francesco nel messaggio all’incontro dei Movimenti popolari. Un invito pressante, quasi accorato e non nuovo che però ancora una volta rischia di rimanere inascoltato.

Mentre in occidente si cerca, con un po’ di fatica, di raggiungere la agognata immunità di gregge, nel resto del mondo si fatica arrivare ad una copertura che superi il 30%. Alcuni esempi? In Kenia solo il 6% della popolazione ha ricevuto una dose del vaccino e solo 2,2 anche la seconda. In Angola 11,2% 1 dose, 4,2% anche la seconda. In Nigeria 2,4 e 1,2. Ancora, in Egitto siamo al 13% con doppia dose mentre il 6,3% della popolazione ha concluso il ciclo vaccinale. Non va meglio in Algeria, i numeri sono impietosi: 13,5% e 9%. E poi Etiopia, Mozambico, Uganda, Costa d’Avorio, Afganistan, Gana, Guinea, Senegal, Libia, Sudan, Togo e decine di altri paesi non raggiungono il 5% di cittadini e cittadine completamente vaccinati. E in India, ad esempio, è immunizzato solo il 20% della popolazione.

Sembrano davvero grida nel deserto quelle del papa e quelle di economisti, docenti, premi Nobel e scienziati, oltre che di politici illuminati e dirigenti sindacali che da mesi si affannano a chiedere vengano almeno sospesi i brevetti sui vaccini e sui farmaci utili a contrastare la pandemia da Covid. Che non è finita. Ma le ragioni della liberalizzazione delle licenze sono più forti e i promotori della campagna “Nessun profitto sulla pandemia non smettono di chiedere.

I 5 milioni di morti di Covid e il 2/3 dell’umanità che ancora non ha accesso ai sieri impongono si cambi rotta. “Eppure, scrivono i promotori della Campagna, ancora una volta nella riunione Omc del 13/14 ottobre scorso non si è deciso nulla e tutto è stato rinviato all'interministeriale di fine novembre, la riunione annuale più importante dell'Omc. Sarà questo molto probabilmente un momento decisivo per la discussione sulla rinuncia temporanea ai diritti di proprietà intellettuale, prevista dagli accordi Trips del 1994. La Commissione Ue, con proposte inefficaci e di pura immagine, con promesse di “doni e regalie”, per altro in larga parte inevasi, continua invece a cercare di dividere il fronte delle nazioni che appoggiano India e Sudafrica nella proposta di moratoria, sostenendo di fatto gli interessi di Big Pharma”.

Occorre esercitare una pressione democratica su governi e potenti del mondo, proprio per questa ragione mercoledì 20 ottobre alle ore 17,00 nella sede della Cgil, pochi giorni fa devastata dall’aggressione fascista, si tiene la Conferenza nazionale organizzata dal Comitato italiano della Campagna europea “Nessun profitto sulla pandemia” che ha espresso alla Cgil la piena solidarietà a nome delle oltre 120 organizzazioni aderenti. L'obiettivo della campagna è raccogliere un milione di firme in Europa per “costringere” la Commissione e i governi Europei ad appoggiare la proposta di moratoria sui brevetti per i vaccini anti Covid. Per firmare clicca qui

All’incontro, trasmesso in diretta streaming su Collettiva.it parteciperanno: Vittorio Agnoletto, medico e coordinatore del Comitato italiano della campagna europea Diritto alla Cura- Right2cure-No profit on pandemic; Maurizio Landini, segretario generale della Cgil; Pierpaolo Bombardieri segretario generale della Cgil Uil; don Luigi Ciotti presidente di Libera e del gruppo Abele; Ruggero Giuliani vicepresidente di Medici senza Frontiere; Rossella Miccio presidente di Emergency; Ignazio Ganga, segretario confederale Cisl.