Un uomo è morto in un incendio divampato nella tarda serata di ieri (29 settembre) nell'ex Calcestruzzi  Selinunte, nel trapanese. Da tempo l’area è un campo per i braccianti stranieri impegnati nella raccolta delle olive. "Si tratta ancora di una morte annunciata ed evitabile, infatti, a condizioni di lavoro dure spesso in condizioni di sfruttamento si associano situazioni abitative e di accoglienza indegne e inaccettabili”. Lo dichiara Davide Fiatti, Segretario nazionale Flai Cgil.

Erano circa 350 gli extracomunitari, braccianti stagional  che si trovavano all'interno dell'ex Calcestruzzi Selinunte, in contrada Bresciana, tra Castelvetrano e Campobello di Mazara, nel trapanese, quando è divampato l'incendio. Il corpo di un uomo carbonizzato, in fase di identificazione, è stato trovato dai vigili del fuoco durante le operazioni di soccorso. Le fiamme hanno interessato l'intera area della struttura, circa tremila metri quadri.

“Ghetti, baraccopoli, insediamenti informali vanno chiusi, lo diciamo da tempo, e lo Stato deve intervenire nel segno dell’accoglienza e del rispetto della dignità umana. Fatti gravissimi come quello di poche ore fa non possono finire come cronache di incidenti dettati dal caso. Il lavoratore morto questa notte si aggiunge alla lunga lista dei morti sul lavoro delle ultime 48 ore”, conclude Fiatti.