Tra i Sassi di Matera nasce un fiore atto di accoglienze a integrazione. La Cgil locale ha infatti deciso di mettere a disposizione di migranti e associazioni attive nel campo uno specifico sportello di consulenza che permetta di utilizzare al meglio la struttura del sindacato e le sue competenze. L'obiettivo è stato chiarito dal segretario generale della Cgil materana Eustachio Nicoletti durante l'inaugurazione avvenuta nelle scorse settimane: “Contrastare la cultura della paura e dell’intolleranza verso lo straniero, attraverso un'azione che sia diffusa e collettiva”, ma anche “aiutare concretamente queste persone”.

“Con le articolazione del patronato Inca, dell’Ufficio vertenze e con le Camere del lavoro territoriali – racconta oggi Nicoletti – abbiamo deciso di aprire uno sportello che permetta di migliorare e ampliare l’attività organizzativa, aggiungendo a quello già esistente un servizio specifico di assistenza e di tutela dei diritti in favore delle singole persone migranti e delle associazioni che operano nell'accoglienza". E' un un progetto corale di tutta la Cgil, insomma, "ma che ha bisogno della piena collaborazione con le istituzioni, il comune, la prefettura, la questura e le associazioni del territorio”.

L'aiuto che il sindacato intende fornire, in effetti, è più che concreto: informazione e sostegno nel disbrigo di tutta una serie di pratiche, a cominciare da quelle per il rinnovo dei permessi di soggiorno, e assistenza agli stranieri nell'accesso ad alcuni servizi primari. "Dalle iscrizioni anagrafiche alla scelta del medico curante, dai rapporti con l’ufficio di collocamento alla compilazione dei moduli per l’acquisizione della cittadinanza italiana”. Per quanto riguarda chia arriva in Basilicata per assistere anziani e disabili, lo sportello si occuperà poi “della gestione del rapporto di lavoro colf, assistenti familiari, baby sitter e governanti, garantendo tutti i diritti e le tutele riconosciuti dal contratto collettivo di lavoro domestico”.

D'altronde, dice ancora il segretario generale materano, “l’accoglienza e integrazione degli stranieri è un tratto valoriale irrinunciabile per un sindacato che si occupa della persona umana nelle sue diverse dimensioni di lavoratore, cittadino, giovane, donna, diverso, emarginato, ecc..”.

Si tratta, tra l'altro, di un'esperienza che nasce al Sud, in un territorio storicamente caratterizzato da forte emigrazione e oggi a rischio spopolamento, ma che nel corso del tempo è diventato anche luogo di approdo per i migranti. Negli ultimi 10 anni, l’Istat ha rilevato una crescita del 300% di persone straniere nella Provincia di Matera, pari al 5,8 % della popolazione. “Non è solo una scelta di solidarietà verso i migranti- conferma Nicoletti -, ma anche un passo deciso verso l'integrazione di questi lavoratori, e si addentra in un processo economico già in atto. Quelle che arrivano sono infatti persone impegnate in lavori che noi italiani non vogliamo più fare, a cominciare dall'agricoltura, dal manifatturiero, e dll’assistenza, a cui vanno riconosciuti pari diritti e dignità lavorativa, abitativa, l’inserimento sociale e la conoscenza del funzionamento della nostra pubblica amministrazione”.

La Basilicata, infatti, è una regione a forte decremento demografico, tanto da collocarsi al 18°posto su 20 regioni con soli 556.934 residenti e con la previsione di potersi attestare a 400.000 abitanti nel 2065. Integrando gli stranieri e “attuando giuste politiche di accoglienza”, si potrebbe quindi ridurre o invertire la rotta. Un esempio concreto di questo fenomeno è rappresentato dai 2.900 figli di migranti che frequentano le scuole della Basilicata e hanno permesso di compensare il decremento di 2.000 alunni dell’anno scolastico 2019/2020. "Si può salvare l’occupazione del personale soprattutto nei piccoli comuni, così come potrebbe essere decisivo il contributo dei migranti nel tessuto produttivo e sui servizi sociali e territoriali, "considerando che già nel 2019, i 45.000 stranieri (8% della popolazione) hanno contribuito in maniera marcata al Pil regionale".

Sono dati, secondo Nicoletti, che avrebbero dovuto “favorire nuove politiche per il lavoro, l'elaborazione di un piano per l’occupazione, il riuso e utilizzo di 70 mila case sfitte, dei 100 capannoni nelle aree industriali e Pip, delle terre demaniali e non utilizzate, dei beni pubblici abbandonati, la creazione di servizi sociali con i fondi comunitari”. Per questo la Cgil spinge la Regione Basilicata di rivedere le sue politiche di accoglienza, attraverso l'attivazione di interventi specifici, come la messa in sicurezza igienico-sanitaria degli alloggi formali e informali, l’allestimento di strutture di emergenza per i braccianti stranieri durante i mesi estivi, azioni su logistica, trasporto e formazione. Otre che il sostegno ai Cas, il supporto e il riconoscimento delle attività di volontariato e l’approvazione della delibera di Giunta relativamente alla Città della pace di Scanzano Jonico”.

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