Il 7 aprile 1901 era domenica. In quel giorno di primavera la Camera del Lavoro di Savona diventò una realtà. Al teatro Chiabrera convennero i lavoratori delle leghe delle società fondatrici ad ascoltare il saluto programmatico di Pietro Chiesa, deputato socialista genovese e massimo patrocinatore dell’idea della formazione dalle Camere del lavoro in Liguria. Da allora sono passati 120 anni. Esserci arrivati e avere tutto un futuro davanti grazie al lavoro di ieri è un bel traguardo per la Cgil, l’organizzazione sindacale che più di altre rappresenta la storia e le radici del mondo del lavoro italiano. Un compleanno molto importante anche se da gioire c’è ben poco, di fronte a migliaia di giovani e donne in cerca di un lavoro e soprattutto in tempo di pandemia che ha trascinato tutto il Pianeta in una crisi sanitaria, economica, sociale e occupazionale tremenda.

120 anni di cambiamenti epocali nei quali la Cgil e le Camere del lavoro si sono dimostrate presidi fondamentali per migliaia di persone, giovani, anziani, disoccupati, lavoratori del privato e del pubblico e autonomi in difficoltà, svolgendo sempre un ruolo da protagoniste nell’azione sindacale e sociale. Un compleanno importante quindi, che ci proietta verso un futuro nel quale si dovranno governare i fortissimi cambiamenti che con la pandemia hanno subito un’accelerazione straordinaria, mantenendo sempre fermi i nostri valori fondanti: democrazia, antifascismo e la difesa dei più deboli.  

A cosa è dovuta questa longevità? Quale ricetta ha permesso di attraversare abbondantemente il secolo di vita mentre, nello stesso periodo, altre formazioni, anch’esse molto partecipate e vissute, hanno visto esaurita la loro funzione in un arco più breve di anni? Penso che la risposta sia semplice e sia contenuta nella sua stessa ragione sociale che, ispirata dall’articolo 1 della Costituzione, mette al centro il lavoro e i suoi protagonisti: le lavoratrici e i lavoratori che da esso dipendono. Il lavoro come elemento essenziale, che permette alle persone una vita dignitosa, il lavoro come diritto per tutti gli uomini e le donne, come strumento di emancipazione. Ed è per rappresentare il lavoro che sono sorte le prime leghe dei diversi mestieri, poi organizzate in Camere del lavoro, allo scopo di raggiungere migliori condizioni del e nel lavoro. Un soggetto collettivo capace di sostenere e dare forza alle ragioni dei singoli.

Naturalmente nel corso degli anni il mondo del lavoro ha visto costanti trasformazioni. Alcune delle leghe presenti alla fine dell’800 hanno perso di peso (calzolai, fabbri, vetrai, fonditori, librai, falegnami, sarti), altre si sono unificate (metallurgici, meccanici, chimici), altre ancora si sono formate (scuola, bancari). A un lungo periodo di prevalenza delle attività agricole ha fatto seguito, dopo il secondo dopoguerra, il forte sviluppo dell’industria e, dopo gli anni Ottanta, sono iniziati a prevalere i settori del terziario, commerciale e dei servizi. Oggi viviamo in un contesto di forte disoccupazione giovanile e femminile, governato dalla precarietà e dall’irregolarità dei rapporti di lavoro nel quale rimane costante l’impegno della Camera del lavoro nel difendere le condizioni dei lavoratori e dare senso e valore al lavoro. Riusciamo a garantire un continuo presidio grazie all’abnegazione e all’impegno volontario di centinaia di compagne e compagni dello Spi Cgil di Savona che ogni giorno ci consentono di tenere aperte oltre 20 sedi su tutto il territorio, grazie ai tantissimi delegati dei consigli di fabbrica e di azienda (Rsu, Rsa, Rls) che rappresentano il tessuto connettivo tra lavoratori e organizzazione sia per la parte prettamente sindacale che per il sistema dei servizi. Attraverso ognuna di queste articolazioni, la Cgil riesce ad assistere ogni giorno centinaia di lavoratori.

Ma 120° della Cgil di Savona non deve rappresentare solo la testimonianza storica di ciò che siamo stati o siamo, ma un’occasione di riflessione sul come ci stiamo preparando per affrontare il domani. La crisi che stiamo vivendo ci impone una rivoluzione delle priorità, un cambiamento collettivo che ponga al centro delle politiche la persona e i suoi bisogni primari, a partire dalla salute, il territorio e l’ambiente. Non si creda di tornare alla situazione pre-Covid come se nulla fosse accaduto. Infatti, proprio l’emergenza sanitaria, la transizione ecologica e digitale pongono concretamente l’esigenza di un superamento dell’attuale modello di sviluppo fondato solo sull’espansione quantitativa delle merci, sulla produzione e sul consumo di beni prevalentemente individuali, sulla convinzione che la natura sia una risorsa pressoché inesauribile. Per questo, non si può più prescindere da un modello di sviluppo incentrato su pilastri quali il valore del lavoro, la salute e il welfare, l’istruzione e la formazione, l’ambiente. Perciò serve un nuovo protagonismo dello Stato che deve ergersi sempre ad attore primario e non può limitarsi a svolgere semplicemente il ruolo di regolatore del “traffico” economico.

La segreteria della Camera del lavoro insieme alle categorie dei pensionati e degli attivi ha pensato di celebrare questa importante traguardo con alcune iniziative che verranno messe in campo a partire dal mese di aprile. La valorizzazione dell’Archivio storico, che conta oltre 10mila fotografie e migliaia di documenti dal 1901 ai giorni nostri, che potrà essere visionato da chiunque lo voglia entro la fine dell’anno direttamente sul nostro sito www.cgilsavona.it. Un concorso per le classi V degli istituti superiori della provincia che prenderà il via tra ottobre e novembre, in cui i ragazzi, utilizzando elaborati diversi (testi, video, foto, ecc) possano esprimere la loro visione del mondo del lavoro attuale. E poi un film documentario realizzato insieme allo Spi di Savona con la collaborazione di Marco Rimondi videomaker e regista, una testimonianza storica e moderna che si avvale di contributi di donne e di uomini non solo della nostra organizzazione, che attraverso interviste, filmati e fotografie storiche e attuali, raccontano gli ultimi 120 anni della Cgil e del nostro Paese.  Abbiamo poi messo a punto un logo dei 120 anni che accompagnerà tutte le iniziative confederali, di categoria e del nostro sistema dei servizi per tutto il 2021.  Infine, la programmazione di interventi dei segretari e funzionari della Camera del lavoro di Savona attraverso le radio locali, con focus specifici delle diverse realtà lavorative.

I ricordi di 120 anni di storia, delle persone che l’hanno scritta, degli eventi che hanno radicalmente mutato il tessuto sociale ed economico della nostra provincia sono un patrimonio che non può e non deve rimanere chiuso negli archivi, negli armadi di qualche ufficio o, più semplicemente, solo nei ricordi di chi l’ha vissuta. Perché è la storia di tutti noi.

Andrea Pasa è il segretario generale Cgil Savona

(video a cura di Giovanna Cereseto)