Si è concluso da poco l'incontro sollecitato dai sindacati regionali della scuola, preoccupati dal ritardo nell'avvio del piano vaccinale dedicato al personale scolastico. "Regione Lombardia  - scrivono Cgil, Cisl e Uil regionali - si è impegnata ad avviare da domani, 3 marzo, la raccolta delle adesioni alla vaccinazione tramite il portale apposito. La somministrazione del vaccino avrà inizio l’8 marzo. Il provvedimento riguarda per ora solo il personale delle scuole statali: elementari, medie, superiori e infanzia. In attesa di acquisizione delle anagrafiche al momento restano esclusi lavoratrici e lavoratori degli asili nido, delle scuole dell’infanzia non statale, delle scuole paritarie e dei centri di formazione professionale.

Alla luce di questa scelta e del contesto generale, le confederazioni regionali ribadiscono la necessità di un confronto costante sullo sviluppo del piano vaccini. "Ci preoccupano - scrivono - le criticità e i ritardi registrati nella prima fase della campagna vaccinale, dedicata agli over 80. Allo stesso tempo riteniamo che debbano essere vaccinati tutti coloro che operano nei servizi essenziali, comprese le scuole di ogni tipologia, ordine e grado".

"Soddisfatti del risultato raggiunto - scrivono i sindacati regionali della scuola tra cui la Flc Cgil -. Soddisfatti di aver ribadito alla Regione il dato che i lavoratori e le lavoratrici con o senza gli alunni e studenti in presenza è sempre stato a scuola e ha svolto il proprio lavoro con passione e fatica data la situazione emergenziale. La priorità ora condivisa deve essere incentrata su tutto il personale scolastico al quale chiediamo di aderire alla campagna di vaccinazione".

"Gravissima - scrivono in una nota i sindacati del pubblico impiego, tra cui Fp Cgil - l'esclusione da questa prima finestra di prenotazione delle scuole dell’infanzia gestite dai Comuni e di tutti gli asili nido, nonostante questi ultimi pare siano l’unico servizio educativo che rimarrebbe aperto anche in zona rossa e lo è già in arancione rinforzata", 

"Riteniamo molto grave che la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori sia tutelata in modo differente in base al soggetto che eroga il servizio, Stato o Comune, e che tutto il personale educativo dei servizi 0-6 anni, la cui utenza è anche priva di dispositivi individuali, non meriti pari trattamento. Chiediamo che Regione – a cui era già stata inviata richiesta di incontro urgente – si attivi prontamente per garantire parità di tutele e di condizioni lavorative. Per noi la priorità resta sempre la salute di tutti: personale, bambini e famiglie".