I sindacati vedono alla Camera il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, al termine del secondo giro di consultazioni dei partiti al quale stanno facendo seguito gli incontri con le parti sociali.  Dato saliente dell’incontro l’incontro stesso, convocato prima che Draghi proceda con il tentativo di composizione del futuro governo: lo ha sottolineato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell’appuntamento al quale ha preso parte insieme con i colleghi di Cisl e Uil, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri. 

Quasi un’ora di colloquio, oltre i tempi previsti, durante il quale il presidente incaricato ha principalmente preso appunti mentre i leader sindacali ribadivano quanto già esposto al governo precedente in tema di proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa Covid, lavoro, sanità, scuola e riforme. Maurizio Landini ha ricordato “l’opportunità senza precedenti di avere a disposizione circa 300 miliardi di euro per ridisegnare il Paese e creare lavoro, soprattutto per le donne e al Sud. Tutto questo, però, non per tornare a prima della pandemia”. Da qui anche la necessità di una nuova politica industriale, perché gli obiettivi europei, in chiave di transizione al green, “comportano politiche di investimento e cambiamento senza precedenti: l’indirizzo deve essere dato direttamente dal governo e gli investimenti devono essere pubblici e privati, avendo come obiettivo il rilancio del lavoro”.

Parlando davanti ai giornalisti dei temi esposti a Draghi come prioritari e che riguardano formazione, investimenti sullo stato sociale, sanità territoriale, non-autosufficienza e scuola, Landini ha introdotto anche una richiesta che nel bailamme della pandemia e poi della crisi di governo era stato derubricato, vale a dire lo ius soli. “Dobbiamo investire nei ragazzi e nelle ragazze di questo Paese anche in quel milione di origine straniera che attende di vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana - ha detto al presidente incaricato -. Chiediamo lo ius soli, che è il primo passo per una vera integrazione e inclusione.”.

La posizione unitaria di Cgil, Cisl e Uil riguarda il merito ma anche il metodo con il quale il futuro governo intende procedere nel mettere a punto gli interventi e la spesa che saranno per buona parte sostenuti dal Recovery fund; durante l’incontro, è stato quindi spiegato, non sono state date risposte da parte di Mario Draghi, ma è stata comunque registrata la disponibilità a tenere conto della richiesta dei sindacati di dialogo e coinvolgimento, argomento che inevitabilmente evoca i continui richiami dei mesi scorsi all’importanza della governance nell’utilizzo del denaro europeo. “I tempi sono stretti – ha concluso il segretario generale della Cgil nella Sala della Regina di Montecitorio -. Ci auguriamo che una volta ottenuta la fiducia il governo strutturi un sistema di confronto su investimenti europei e riforme, così che ognuno possa svolgere il proprio ruolo e il mondo del lavoro sia protagonista del cambiamento”.