Anna, addetta alle pulizie dell'ospedale Spallanzani di Roma. Tiziana, che distribuisce pasti nelle mense aziendali di Genova. Francesco, che lavora in un supermercato tra Umbria e Toscana. Per loro come per milioni di lavoratrici e lavoratori in Italia, in meno di un mese tutto è diverso: il Coronavirus ha modificato le nostre abitudini, le nostre relazioni, ma soprattutto ha cambiato il lavoro.

ANNA
In tempi rapidi io e i miei colleghi di lavoro ci siamo dovuti adeguare ai nuovi protocolli per la sanificazione e abbiamo dovuto organizzare diversi e più lunghi turni di lavoro per far fronte all’emergenza. La vestizione per chi deve occuparsi della sanificazione delle stanze dei pazienti infettati dal Covid-19, o quelli che sono in attesa di sapere se lo sono, è molto lunga e complessa e deve essere effettuata in due.

All’inizio c’è stato un po' di scombussolamento e tensione, nessuno ci aveva fatto un corso e avevamo qualche timore visto che non si conoscevano gli effetti del Coronavirus, ci siamo ritrovati a doverci riorganizzare velocemente, poi siamo riusciti a far fronte alle nuove necessità. Camice in plastica con polsini elastici, calzari, mascherine, occhiali, tre paia di guanti e in alcuni casi anche caschetto. La vestizione avviene a tappe, in diverse stanze, ma bisogna ricordarsi di portare tutti i prodotti perché tornare indietro vorrebbe dire dover ricominciare tutto da capo. I lavoratori preparano e utilizzano delle soluzioni a base di ipoclorito di sodio (candeggina), che distrugge qualsiasi virus. Dopo la sanificazione, anche la svestizione è svolta in vari step per poter essere disinfettati. Un lavoro importante, che deve essere effettuato con la massima professionalità e attenzione per salvaguardare pazienti e medici ed evitare qualsiasi tipo di contagio.

Siamo circa 40 lavoratrici e lavoratori, esperti, formati da diversi anni dalla direzione dello Spallanzani. Svolgiamo un servizio h24 e nel giro di 4 settimane ci siamo ritrovati con una mole di lavoro più grande. Io sono anche rappresentante sindacale aziendale per la Filcams Cgil di Roma e Lazio e credo che chi fa le pulizie e la sanificazione dovrebbe essere preso un po’ più in considerazione. Dottori e infermieri, esperti e indispensabili, non potrebbero svolgere bene il loro lavoro se noi non facessimo il nostro prima.

TIZIANA
Il mio lavoro purtroppo è diminuito. Con la diffusione del Coronavirus molte aziende hanno concesso lo smart working, cioè il lavoro svolto a distanza presso la propria abitazione e, non recandosi più al lavoro, il numero delle persone che usufruiscono delle mense aziendali è drasticamente diminuito.

Solitamente abbiamo sopra i 1.000 pasti, ad oggi ne contiamo 300, ogni giorno eravamo in 30 per organizzare il servizio, ora ne bastano 10 per svolgere tutto. Un drastico taglio che sta contraendo le ore di lavoro degli addetti delle mense. Il gruppo di lavoratori, al momento, si è organizzato con una turnazione spontanea e l’utilizzo di ferie e Rol, ma fino a quando sarà possibile?

FRANCESCO
Ero in ferie quando la mia azienda, un discount alimentare, mi ha richiamato per sopperire a un’emergenza di personale in un punto vendita diverso dal mio. Già da due settimane la clientela sembra impazzita, ha assalito il supermercato. Vivo a Chiusi, ma lavoro nel punto vendita di Po’ Bandino in Umbria e per qualche giorno ho aiutato i colleghi di Arezzo. Sono anche un Rls, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza per la Filcams Cgil.

Devo dire che l’azienda ha preso alla lettera le disposizioni sanitarie, quindi ha fornito guanti in lattice per tutti, posto erogatori di disinfettanti all’entrata, ha organizzato un servizio di vigilanza per gestire le entrate della clientela e invia messaggi costanti all’interno del punto vendita per ricordare la necessità di rispettare la distanza di un metro.

Da qualche giorno, però, a preoccupare è la carenza di personale che ci costringe tutti a turni di lavoro più lunghi a causa dell’assenza di alcuni colleghi, posti in quarantena preventiva. Nonostante le richieste del personale e i buoni guadagni dell’ultimo periodo, l’azienda non è intenzionata a diminuire gli orari di apertura del negozio, in controtendenza e contraddizione con gli altri esercizi commerciali.