“I messaggi lanciati dagli esponenti del governo hanno conseguenze inevitabili sui mercati - tutte di segno negativo -, provocando l’innalzamento dello spread, senza peraltro affrontare i nodi strutturali di natura economica che abbiamo di fronte, La dinamica è sempre la stessa, ed è a fini elettorali, in vista delle Europee. In particolare, il vicepremier che si dovrebbe occupare di questioni interne, discerne invece di economia e parla con grande leggerezza e in modo irresponsabile della questione dello sforamento del 3%, andando in direzione opposta a quelli che sono i vincoli Ue, pur di ottenere consensi”. Così Gianna Fracassi, vicesegretario generale Cgil, oggi ai microfoni di RadioArticolo1.

 

“È evidente che a settembre, quando si procederà alla messa a punto della legge di Bilancio 2020, si dovrà tenere dentro la sterilizzazione delle clausole Iva e intervenire sul fisco con la flat tax. A quel punto, tutti i nodi verranno al pettine. Adesso il presidente del consiglio Conte ha cominciato a dire che sull’Iva è necessario prevedere un aumento, misura del tutto impopolare, peraltro già accennata nei mesi scorsi dal ministro dell’Economia Tria. Tutto ciò provoca fibrillazione e instabilità sui mercati, e sul versante del debito pubblico non fa che aumentare gli interessi. Ma questo può significare solo due cose: aumento delle tasse oppure nuovi tagli. Senza dimenticare che sul versante fiscale si va in una direzione sbagliata e anche ingiusta, perché la flat tax non tiene conto della progressività nè fa accrescere i consumi interni”, ha affermato la sindacalista.

Le ultime previsioni della Banca d’Italia confermano il quadro preoccupante del nostro Paese. In una situazione generale sempre più instabile, anche il tema del credito delle banche non fa che peggiorare e conseguentemente ricade sul credito alle famiglie e alle imprese. "L’aumento del differenziale fra i bund tedeschi e quelli italiani riduce l’ammontare del patrimonio degli istituti di credito. E già stamattina qualche giornale ha lanciato l’allarme su Carige, che sappiamo essere una banca in crisi, ma anche su Unicredit, che in crisi non dovrebbe essere. Dobbiamo tentare di far uscire l’Italia dalle secche, provando a riportare al centro della discussione i temi strutturali, in direzione di una maggiore occupazione, di un maggior sviluppo, di maggiori investimenti, come del resto abbiamo fatto con Cisl e Uil presentando una piattaforma unitaria, ancora perfettamente valida dal punto di vista dello schema economico che mette in campo”, ha osservato la dirigente sindacale.

“I responsabili del governo giallo-verde pensano che se mutassero gli equilibri del Parlamento Ue e vincessero le forze sovraniste fra due settimane in Europa, d’incanto l’economia tornerebbe a crescere. È una pia illusione, e, a mio parere, pagheremo caro anche l’isolamento in cui siamo finiti, andando dietro a Orban e consimili. Penso che un’idea di cambiamento radicale delle politiche di austerity, che pure noi auspichiamo, la si possa attuare collegandosi in qualche modo con i paesi trainanti dell’Unione, non con chi spara a zero sull’Europa e la considera una matrigna cattiva. Ad ogni modo, io non credo che il 27 maggio il quadro sarà cambiato radicalmente; e, di fondo, c’è da aprire una discussione serissima su cosa hanno significato i vincoli e quali sono stati gli effetti del rigore sui diversi paesi Ue. Questo sarà il confronto centrale all’interno del nuovo Parlamento europeo”, ha concluso l’esponente Cgil.