Quando per l’ultima volta usciamo dalla sala del centro congressi dove negli ultimi tre giorni abbiamo seguito il corso di formazione Combatting the far-right (combattere l'estrema destra) organizzato dall'Etui, l’istituto sindacale europeo, la lavagna digitale è ancora accesa. Molto di quello per cui ci battiamo è scritto lì, sulla parete: democrazia, equità e coesione sociale, multiculturalismo, sicurezza economica, diritti delle minoranze, antifascismo.

Il corso di Etui ha portato a Bruxelles dal 13 al 15 marzo venti delegate e delegati di tanti sindacati europei affiliati alla Ces (Confederazione europea dei sindacati) per studiare il populismo e l'estrema destra, per progettare una risposta ampia e comune, per condividere saperi e competenze, buone pratiche, metodologie e materiali di formazione.

Sui muri dell’aula ci sono anche le mappe disegnate a pennarello dove, durante la prima sessione, abbiamo provato a tracciare l’attività dei gruppi e dei partiti di estrema destra. La destra radicale è in crescita in tutta Europa, lo sappiamo bene, ma vedere quelle mappe rende tangibile la minaccia alla stabilità democratica del continente: le solide performance elettorali di Raggruppamento Nazionale in Francia, Vox in Spagna; l’ingresso al governo di Fratelli d’Italia e Lega, nel nostro Paese; in generale, la rottura del cordone sanitario che, anche nei Paesi con una forte tradizione democratica, ha portato i gruppi della destra radicale fuori dal loro isolamento e li ha accreditati come attori credibili dei vari sistemi politici, in grado di influenzare l’agenda politica di tutti gli altri partiti.

Le strategie dietro a questi successi, ci spiega Stiofan O’Nullian, di Trademark Belfast, fanno leva sull’incertezza economica. Mentre i liberisti hanno alimentato l’idea per cui la crisi economica del 2008 è stata causata dall’eccesso di spesa pubblica e legittimato sanguinose politiche di austerità, l’estrema destra ha utilizzato gli effetti dell’austerità, l’insicurezza economica, per costruire il proprio consenso. La narrazione delle destre, un misto di fake-news e sciovinismo, è in grado di mobilitare le fasce più fragili dell’elettorato, quelle più motivate nell’esprimere il proprio malcontento, portandole su posizioni socialmente più conservatrici, basate sul rifiuto dei diritti delle minoranze, sulla svalutazione della prassi democratica, sulla sfiducia nelle istituzioni, sul sovranismo e sulle politiche anti-migratorie.

Questa narrazione si sta rivelando vincente nei singoli Paesi, ma preoccupa anche nella prospettiva delle prossime elezioni europee, ci spiega Thomas Shannon, della Ces. Gli ultimi sondaggi ci dicono che conservatori, popolari e sovranisti potrebbero conquistare la maggioranza del Parlamento europeo. È indispensabile costruire una risposta sindacale forte e condivisa a livello europeo, una contro-narrazione critica sia verso la finanziarizzazione dei mercati che genera sempre più iniquità redistributiva; sia verso le presunte soluzioni dell’estrema destra, che lacerano la società, alla ricerca continua di capri espiatori verso i quali dirigere rabbia e frustrazione.

Gli individui più fragili, motivati dalla preoccupazione circa la loro condizione materiale, hanno maggiori probabilità di intercettare questo genere di rabbia. Come sindacati dobbiamo disinnescare queste narrazioni laceranti e, concentrandoci prima di tutto sul tema dell’uguaglianza, elaborare risposte ampie, condivise e inclusive che coinvolgano la maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori.

Dovremo farlo costruendo una solida rete di alleanze con tutti i soggetti democratici coinvolti nel contrasto all’ascesa dell’estrema destra. Ce lo ha spiegato Andrea Malpassi, dell’Area delle politiche europee e internazionali della Cgil, descrivendo l’esperienza de “La Via Maestra”, una grande mobilitazione nazionale che ha coinvolto insieme al nostro sindacato, decine di associazioni che si riconoscono nella Costituzione e si impegnano per difenderla. I sindacati sono un obiettivo della propaganda dell’estrema destra, spesso sono presentati come parte dell’elité che cerca di metterla a tacere. La priorità è non restare isolati.

Combattere l’estrema destra non è facile, la loro narrazione è forte. Per contrastarla dobbiamo puntare su formazione e educazione politica, costruire una comunicazione efficace che parta dalla nostra storia e dai nostri valori per costruire legami forti e solidali tra i lavoratori. Continuare a batterci per salari migliori, per un lavoro più sicuro, per politiche industriali e per servizi pubblici forti, per una transizione digitale e ambientale equa e giusta. La contrattazione collettiva ha un enorme impatto sulla riduzione della disuguaglianza e della povertà relativa, riduce le incertezze e garantisce diritti e giustizia sociale. È la chiave per contrastare l’estrema destra e ribaltare gli attuali rapporti di forza.

Matteo Palma, Fp Cgil Milano