Quasi alla mezzanotte di venerdì scorso, 19 luglio, aerei da guerra turchi hanno bombardato ancora il campo dei profughi curdi di Makhmura, nella regione del nord Iraq con capitale Erbil. Attacchi e azioni di guerra palesi, che lo Stato turco ha incredibilmente intensificato negli ultimi mesi, colpendo tanti insediamenti civili sparsi in quella regione irachena ai confini con Siria e Turchia. Attacchi ai danni di villaggi e campi profughi, situati in un territorio regionale con popolazione a larga maggioranza curda, provocando tante innocenti vittime civili, feriti e gravi distruzioni.

Il Campo di Makhmura, che raccoglie profughi curdi scacciati o sfuggiti dalle loro case in Turchia, vittime delle persecuzioni del governo turco di Erdogan, è stato ripetutamente attaccato dal cielo in questi mesi. Anche con l'ultima visita della nostra delegazione italiana nell'aprile scorso, abbiamo personalmente visto le distruzioni delle bombe turche, lanciate la settimana precedente (vedi foto).

Quel Campo di profughi, riconosciuto e sotto la teorica protezione dell'Onu-Unhcr, raccoglie ed ospita circa 14.000 persone, di cui circa quattromila sono bambini, in un territorio isolato e distante una cinquantina di chilometri da Erbil.

L'Associazione di cooperazione internazionale-Onlus "Verso il Kurdistan" sostenuta anche dalla Cgil di Modena, ha "adottato" quel villaggio profughi di Makhmura, sostenendo e finanziando progetti concreti di aiuto e sostegno in merito alle loro più gravi emergenze. In particolare, cerchiamo di garantire un minimo di assistenza sanitaria e la potabilità dell'acqua, almeno nelle loro scuole e nell'ambulatorio.

Con l'ultima missione di aprile, nonostante il gravissimo sequestro/furto da parte dei militari irakeni del nostro carico di medicinali offerti dal volontariato modenese, abbiamo installato un prezioso (costo 18 mila dollari) generatore elettrico all'interno del loro ambulatorio, al fine di garantire l'energia alla struttura sanitaria h/24, in un villaggio profughi ove, mediamente, la luce c'è per 6-7 ore al giorno.

A fine agosto, o nel prossimo settembre, invece, prevediamo - bombardieri turchi permettendo - di ritornare a Makhmura per portare una piccola ambulanza e garantire così un minimo di copertura assistenziale per chi vive nelle baracche di quella comunità. Stiamo inoltre valutando la fattibilità di contribuire ad affrontare l'emergenza della non-potabilità dell'acqua, a seguito dei gravi danneggiamenti alla già critica rete idrica del villaggio, provocati dall'Isis che occupò il campo profughi, prima di essere ricacciata dai partigiani curdi.

L'intensificazione degli sconfinamenti militari turchi, per bombardare quei territori iracheni a maggioranza curda, è peggiorata dopo gli esiti elettorali negativi in Turchia, che hanno certamente indebolito l'autoritarismo oppressivo di Erdogan. Aggressioni militari in territori di altri stati confinanti e pertanto contrarie alle più evidenti regole internazionali e, per di più, direttamente provocatorie verso l'Onu, perché quei campi profughi sotto le bombe sono sotto la formale ed ufficiale tutela Unhcr. Scandalizza perciò, a fronte della crescente aggressività turca, il silenzio internazionale, l'inattività dell'Onu e pure dell'Europa.

Ci aspettiamo sinceramente che nostri parlamentari europei presentino proposte di efficace opposizione agli atti di guerra turchi e per garantire tutele agli interventi delle Ong che operano in tanti di quei campi profughi. Anche il governo italiano dovrebbe essere sollecitato in Parlamento, per concrete ed urgenti azioni di sostegno e sicurezza per le attività di cooperazione e solidarietà svolte in quei territori, ma il Ministero degli Esteri, pure da noi direttamente sollecitato, non ha ancora mosso un dito per sbloccare il sequestro dei nostri medicinali destinati proprio al campo profughi di Makhmura.

Franco Zavatti (Cgil Modena) è membro della Onlus "Verso il Kurdistan"