Un primo sguardo al 2022 appena iniziato mostra che “praticamente tutti gli Stati membri dell'Unione europea hanno aumentato il salario minimo”, in quei Paesi dove la misura è prevista dalla legislazione. È quanto si legge in una indagine della Fondazione di Dublino. Il miglioramento arriva dopo un 2021 di congelamento salariale, e riguarda soprattutto i Paesi dell'Europa centrale e orientale “dove alcuni aumenti sono stati a due cifre”. Eppure, con l’esplosione dell'inflazione, nei prossimi mesi occorrerà capire se e “come gli aumenti dei salari minimi nominali si tradurranno in cambiamenti effettivi nel potere d'acquisto”, avvertono i ricercatori di Eurofound.

In tutta l'Ue l'aumento medio dei salari minimi “sarà di circa il 6 per cento nel 2022 (e sarà ancora più alto una volta che i negoziati in corso si saranno conclusi in alcuni Paesi)”. In Ungheria - sottolinea l’indagine - si registra un aumento del 19,5 per cento. Gli aumenti superano il 10 per cento in Lituania, Estonia, Romania e Croazia, e raggiungono il 7 per cento in Polonia e Repubblica Ceca. In altri Paesi, invece, sono più modesti: “Slovenia (5 per cento), Slovacchia (3,7 per cento) e Lettonia, l'unico Paese in cui le aliquote legali rimangono congelate per il 2022”. 

La tendenza, per i Paesi dell’Europa centrale e orientale, “che generalmente hanno i tassi di salario minimo legale più bassi dell'Ue”, è una “significativa convergenza verso l'alto, verso i livelli dei loro partner europei”. 

La crescita è invece più modesta negli Stati membri di vecchia data (pre-allargamento UE15). “Il tasso legale portoghese ha continuato la sua tendenza al rialzo e ha registrato un aumento del 6 per cento per il 2022. Mentre in Belgio è stato aumentato del 4 per cento nel settembre 2021. L'aumento del 3 per cento in Irlanda è circa tre volte l'aumento di un anno prima”. “In diversi Paesi - prosegue l’indagine - i salari minimi legali sono aggiornati secondo un meccanismo basato su regole che utilizzano formule prestabilite, e questo generalmente si traduce in cambiamenti piuttosto modesti di anno in anno. Per il 2022, gli aumenti saranno leggermente superiori al 3 per cento in Germania e Francia, di circa il 2,5 per cento nei Paesi Bassi e in Lussemburgo, e dell'1 per cento a Malta. Infine, Grecia e Spagna hanno migliorato i loro tassi legali solo del 2 per cento circa, anche se si prevede che la situazione migliorerà ulteriormente nel corso dell'anno”. 

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Quanto allo spettro dell’inflazione, che “bussa alla porta”, “anche se non ha ancora avuto un grande impatto sull'evoluzione dei salari minimi per legge e sulle trattative salariali tra le parti sociali, ha iniziato a comparire nei processi di contrattazione dei salari minimi di quest'anno e diventerà certamente più importante nei mesi a venire se le tendenze attuali persistono”.

Ammoniscono i ricercatori: “È importante tenere conto dell'inflazione perché gli aumenti dei salari minimi descritti finora si riferiscono a cambiamenti nei tassi nominali, cioè i livelli fissati dai governi (o concordati dalle parti sociali). Tuttavia, la capacità di acquisto dei lavoratori con salario minimo non è influenzata solo da tali tassi nominali, ma anche dall'inflazione; insieme, essi determinano se i lavoratori sono in grado di migliorare il loro effettivo potere d'acquisto e i loro standard di vita”.