Il sindacato internazionale Uni Global Union assume come proprie le rivendicazioni dei lavoratori italiani dello spettacolo. Lo fa a seguito di un documento presentato da Slc-Cgil e Fistel-Cisl sullo schema di legge approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 agosto che introduce, individuando i parametri di accesso, l’indennità di discontinuità per i professionisti del settore.

Lungi dal dare una risposta adeguata alle istanze avanzate nel corso dell’ultimo triennio, la sortita del governo ha acceso la polemica di artisti, maestranze e tecnici. Slc-Cgil e Fistel-Cisl hanno quindi rappresentato a livello mondiale le difficoltà del settore, ai 1.200 rappresentanti di Uni Global Union riuniti a Philadelphia (Usa) dal 27 al 30 agosto 2023 per il VI Congresso del sindacato internazionale.

Uni Global Union rappresenta più di 20 milioni di lavoratrici e lavoratori di 150 paesi del mondo e sostiene il valore di una tutela strutturale ed efficace per il settore dello spettacolo. Nella mozione approvata ieri all'unanimità dal congresso si afferma che “ancora una volta il governo italiano si è dimostrato miope, limitandosi a introdurre misure che non garantiscono lo sviluppo della creatività e la tutela del lavoro di qualità nello spettacolo, strumenti di democrazia e pluralismo per ogni Paese.”

“Questi lavoratori sono impegnati a rivendicare tutele per il lavoro strutturalmente discontinuo e la loro lotta si inserisce a pieno titolo nella mobilitazione internazionale di tutti i lavoratori dello spettacolo”, aggiunge lo statement. Le delegazioni Slc-Cgil e Fistel-Cisl a Philadelphia chiosano: “Si tradisce lo spirito con cui è necessario procedere velocemente a una riforma e si interviene su una platea ridotta, con finanziamenti insufficienti e parametri pensionistici inadeguati. Tutto ciò renderà la misura, così come attualmente congegnata dal governo italiano, un flop.”