Diritto al lavoro, diritti sul lavoro, diritto a condizioni di lavoro sicure e salutari, parità di retribuzione per un lavoro di pari valore, protezione sociale. Sono i principali diritti ai quali devono avere accesso i rifugiati e a sostenerli è la Confederazione sindacale internazionale (Ituc). In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra ogni 20 giugno, Luc Triangle, segretario generale ad interim dell'Ituc, torna a dichiarare il proprio sostegno ai rifugiati e spalanca loro le sue porte. Triangle si rivolge così a 100 milioni di persone, un numero record stimato nel 2022 e che è in continua crescita. 

L’Ituc constata che “la stragrande maggioranza delle persone cerca rifugio nei Paesi meno ricchi. I Paesi a basso e medio reddito ospitano il 74% dei rifugiati del mondo e altre persone bisognose di protezione internazionale. I Paesi meno sviluppati forniscono asilo al 22% del totale mondiale. Gli Stati si sono impegnati ad allentare la pressione sui Paesi ospitanti nell'ambito del Global Compact for Refugees, ma i numeri dei reinsediamento rimangono trascurabili e il budget dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati è cronicamente sottofinanziato”.

I motivi per i quali milioni di persone cercano rifugio rimangono sempre le persecuzioni, i conflitti e le guerre nei loro Paesi di origine, dove si contano anche altre decine di milioni di sfollati interni. L’incremento continuo degli spostamenti è poi dovuto anche ai cambiamenti climatici, in particolare al riscaldamento globale che mette a rischio vite e mezzi di sussistenza. 

La confederazione sindacale internazionale, come per sua natura, punta l’attenzione sul lavoro, anzi, sul “lavoro dignitoso”, l’accesso al quale è fortemente ostacolato per i rifugiati, che “non possono accedere al mercato del lavoro a causa di restrizioni legali o costose procedure amministrative”. “In altri paesi privi di tali restrizioni – si legge sul sito internet dell’Ituc -, i rifugiati affrontano altre sfide legate alle barriere linguistiche, al mancato riconoscimento delle competenze, all'assenza di opportunità di formazione ea servizi pubblici insufficienti o assenti per la ricerca del lavoro”.

A gravare selle persone in cerca di rifugio c’è anche l’incremento della diffusione in tutto il mondo delle forze politiche populiste di destra che alimentano xenofobia e razzismo. Inoltre in sede europea è in atto la trattativa per modificare il diritto d'asilo. Le conseguenze di tutte queste barriere è la maggiore vulnerabilità dei rifugiati agli abusi e al lavoro “prevalentemente nel settore informale, dove sono esposti a gravi carenze di lavoro dignitoso, inclusa la mancanza di protezione sociale”.

Il sindacato preme quindi per un "nuovo contratto sociale". Chiede “575 milioni di nuovi posti di lavoro e la formalizzazione di almeno un miliardo di posti di lavoro informali entro il 2030. Questi posti di lavoro devono essere aperti ai rifugiati”. Quindi la richiesta a tutti i governi affinché rimuovano “tutte le barriere legali, amministrative e pratiche che impediscono ai rifugiati di lavorare dignitosamente”, compresi gli “ostacoli alla libertà di associazione e alla contrattazione collettiva, che sono cruciali affinché i rifugiati possano opporsi allo sfruttamento e rivendicare i propri diritti”.

Infine l’Ituc invoca il principio di solidarietà tra Paesi, affinché quelli con un numero ridotto di rifugiati sostengano chi ne ospita la maggioranza “aumentando drasticamente il numero di posti di reinsediamento e garantendo un lavoro dignitoso”.

Per la Giornata mondiale del rifugiato sono in programma iniziative in tutto il mondo, quindi anche in Italia a diversi livelli e su tutto il territorio. In molte località, da Lampedusa a Milano, ci saranno edifici e monumenti simbolo illuminati di blu, oltre a dibattiti e manifestazioni sui territori.