La Francia continua a protestare contro il progetto di riforma delle pensioni, Dal 19 gennaio le mobilitazioni si sono susseguite a ritmo serrato e a partire dal 7 marzo è prevista una nuova ondata di scioperi. I sindacati intendono costringere il governo francese a ritirare il testo, che prevede di ritardare l'età minima di pensionamento e anticipare al 2027 l'estensione del periodo contributivo necessario per riscuotere una pensione completa. Di questo, e di altro, abbiamo parlato con Philippe Martinez, segretario generale della Confédération générale du travail (Cgt), la più influente centrale sindacale francese.

Qual è la mobilitazione dei lavoratori e dei cittadini francesi a fianco dei sindacati?
La mobilitazione attuale è contro un progetto di legge del governo che prevede l’allungamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni, e l’aumento della durata della contribuzione sociale a 43 anni. La nostra organizzazione rifiuta questo progetto e dal 19 gennaio ci sono milioni di persone che manifestano regolarmente nelle strade.

Ci saranno altri scioperi, il primo il 7 marzo. Cosa avete in programma?
Dal 19 gennaio ci sono già state cinque giornate di mobilitazione. Il 7 marzo vogliamo fermare la Francia, nessuno deve lavorare. Si tratta di un concetto semplice: non essere costretti a lavorare e a contribuire due anni in più.

L’unione sindacale può aiutare nella gestione delle tensioni politiche attuali tra il governo francese e quello italiano?
Le tensioni che vengono a crearsi tra il governo francese e quello italiano sono spesso anche esasperate dai governi stessi. La risposta migliore, per quanto ci riguarda, è l’unità delle organizzazioni Cgil e Cgt per migliorare la situazione delle lavoratrici e dei lavoratori dei nostri paesi. Ad esempio siamo soddisfatti del lavoro svolto sul progetto d'istituire un salario minimo europeo per evitare disparità tra i lavoratori dei nostri paesi, Il salario minimo europeo deve essere adottato in tutta Europa.

Che ruolo può avere attivamente il sindacato in una crisi generalizzata in tutta Europa, e quale sinergia può esserci tra la Cgt e la Cgil?
Il ruolo dei sindacati è essenziale, oggi come non mai, per parlare della realtà del lavoro. C’è bisogno di cooperazione tra la Cgil e la Cgt per mettere il lavoro in primo piano. La seconda responsabilità è quella di evidenziare il peso delle imprese, in particolar modo delle multinazionali, mentre i salariati, le lavoratrici e i lavoratori, soffrono a causa dei problemi legati alla perdita del potere d’acquisto e dei problemi di salute, le imprese generano miliardi di profitti e gli azionisti miliardi di dividendi. In Francia l’anno scorso gli azionisti si sono spartiti 82 miliardi. E poi c’è bisogno di lavorare insieme sul futuro del mondo, su come coniugare il futuro del lavoro con il futuro del pianeta che è in pericolo. Noi pensiamo che le questioni sociali e le questioni ambientali non siano in contrapposizione.

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